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Michela Murgia, della quale è da poco arrivato in libreria postumo ‘Dare la vita’ (Rizzoli), era una grande appassionata di musica e ventenne era stata folgorata dall’opera. “Le piaceva Mozart, le opere di Puccini, era molto interessata all’opera contemporanea. Conosceva Fabio Vacchi. Era andata a Venezia per vedere Le baruffe di Giorgio Battistelli.
Adorava Damiano Micheletto, e sperava di farcela a vedere Il Nome della Rosa nel 2025″ racconta il compositore Francesco Filidei che da quando è stato pubblicato il romanzo Accabadora, nel 2009, sognava di farne un’opera. Un progetto che, dopo molte difficoltà, si sta concretizzando come racconta in un’intervista a Gianluigi Mattietti per MusicPaper.
“Michela mi diceva che l’Accabadora incarnava sua nonna, le ricordava quando ammazzava le galline: ne inseguiva una, la chiamava affettuosamente per nome, ‘ah, vieni Nerina!’, poi la prendeva e le tirava il collo….
www.ansa.it è stato pubblicato il 2024-01-22 16:34:05 da
Redazione ANSA

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