[ad_1]
Dal Consiglio Comunale Aperto, richiesto dalla minoranza lo scorso giovedì, è emersa l’intenzione del sindaco e maggioranza di autorizzare un mega impianto di trattamento rifiuti.
Questo nonostante la moratoria deliberata in Consiglio Comunale nel 2017 votata anche dall’attuale sindaco e da alcuni membri della maggioranza, in cui si stabiliva che ad Anagni mai più sarebbero stati autorizzati impianti ad alto impatto ambientale. I consiglieri di minoranza non erano stati informati della partecipazione al Consiglio dell’impresa privata promotrice dell’impianto e di altri imprenditori. Seduti addirittura sui banchi riservati ai rappresentanti del popolo anagnino, probabilmente contravvenendo al regolamento comunale che stabilisce la presenza nelle adunanze consiliari aperte di parlamentari, consiglieri regionali, provinciali, funzionari pubblici, membri di associazioni sociali, politiche e sindacali. Non è prevista nel regolamento la partecipazione attiva di imprenditori privati. Tale regolamento garantisce la piena libertà di espressione ai membri del Consiglio Comunale, per buona pace della democrazia, neanche questo punto è stato rispettato. Ai consiglieri di minoranza (la maggioranza non è intervenuta) è stato dato un tempo di circa 10 minuti di intervento, mentre gli imprenditori privati hanno potuto usufruire dai 20 ai 30 minuti di parola con ausilio di slide.
Non è sfuggita l’intera vicenda “vissuta” nella prestigiosa Sala della Ragione del Palazzo comunale, sede del Consiglio, al Comitato Residenti di Colleferro presente la rappresentante Ina Camilli. “L’insulto di Anagni. La moratoria. Ripensare a bocce ferme, a quanto accaduto nella Sala della Ragione ad Anagni ci dà la sensazione di essere stati a teatro, di cui non abbiamo apprezzato l’accurata regia, curata dalla maggioranza con l’avallo della Segreteria generale. Non siamo i soli a criticarlo, anche i consiglieri di minoranza hanno lamentato di non essere stati informati della partecipazione di Borgomeo, di dirigenti e tecnici del gruppo industriale che, seduti accanto al Presidente del Consiglio, nei seggi degli Assessori, hanno esposto il progetto con tanto di slide. Nel contemplo, per cercare di sovrastare chi non anteponendo la salute all’occupazione chiedeva maggiori garanzie, trasparenza e condivisione delle decisioni, è intervenuto un delegato sindacale. Anche i tempi di intervento non sono stati concertati e sono stati gestiti dalla maggioranza. Sebbene la richiesta di convocazione sia stata avanzata dall’opposizione hanno avuto solo diritto di parola contingentato. L’economia circolare, la scelta green della Regione Lazio, così adattabile al profitto dell’industria dei rifiuti che ricomprende i biodigestori, non è condivisa dal Pd anagnino. Una contraddizione che vive al suo interno anche Legambiente nazionale rispetto a quello locale. Sì a Frosinone, No ad Anagni, una distanza di pochi km nello stesso Sin, sito da bonificare. Al progetto del biodigestore da 84 mila ton l’anno di rifiuti è favorevole la Giunta Natalia e la sua maggioranza, ma in Aula ha parlato solo lui. Assente persino l’assessore di settore, forse spaventato da qualche possibile domanda. Per esempio quella sul procedimento amministrativo. Se presente avrebbe potuto fugare ogni dubbio sul possibile vizio per difetto di motivazione da parte della Regione Lazio. Il progetto del biodigestore confligge con la moratoria votata anche da Natalia nel 2017. Ieri sono stati calpestati tutti i principi cardine di una assemblea comunale. Dalla presenza e interventi di soggetti privati all’annullamento di fatto di un atto politico di indirizzo, qual è la moratoria! Purtroppo per lui e per noi a pag. 21 della Via (valutazione impatto ambientale) il totale rifiuti in ingresso è di 84 mila ton l’anno! Preoccupa il convincimento del Sindaco di poter assicurare controlli da parte del Comune e di poter garantire la qualità dell’aria dagli odori mefitici, quando non solo non dipendono da lui, ma non si è saputo distinguere tra inquinamento aereo e contaminazione del suolo. Sulla base di quali elementi tecnici il Sindaco di Anagni può sostenere la bontà del progetto?
Esiste una controperizia di cui non siamo a conoscenza? Dal 2017 la “trasparenza” delle decisioni della maggioranza è stata riscoperta solo ieri, a decisioni prese. Ben venga la “trasparenza” ma deve riguardare anche le fonti di finanziamento pubbliche a disposizione di un progetto privato. Vogliamo sapere se esso sia collegato o meno al bond di Saxa Gres da 75 milioni di cui parla la stampa. “Si tratterebbe di un prestito obbligazionario a emissione diretta denominato “Grestone bond” in riferimento al materiale prodotto dall’azienda. Il Grestone, una nuova pietra più economica e performante, composta da un mix di gres porcellanato che include fino al 30% di materiali inerti provenienti da rifiuti urbani. II lancio del Grestone è stato cofinanziato da Invitalia, Ministero dello Sviluppo economico e Regione Lazio per oltre 20 milioni di euro, attraverso investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione che hanno permesso al Gruppo di sviluppare tre brevetti sul prodotto, sul processo produttivo e sul rivoluzionario impasto.” Il Consiglio comunale chiesto dalla minoranza ha il merito di aver fatto chiarezza su un punto: sull’attribuzione di responsabilità diretta alla maggioranza in carica, in quel momento sottorappresentata, di una decisione contraria alla moratoria e al Comune sentire della cittadinanza. Il Sindaco Natalia ha sconfessato se stesso e la sua politica. Immaginiamo sia stato questo lo scopo per il quale l’opposizione abbia chiesto il Consiglio comunale aperto. Distinguere le responsabilità, anche per il futuro. L’opposizione sa che AIA (autorizzazione integrata ambientale) non è stata ancora rilasciata dalla Regione e che il biodigestore non può essere attivato domani mattina. La partita quindi è ancora aperta anche per chi ne parla come se il procedimento fosse concluso.”
Lo scorso marzo sempre il Comitato Residenti Colleferro aveva presentato alla Regione Lazio una richiesta di riesame e sospensione procedimento VIA per l’impianto di biogestione e compostaggio di Anagni. Questa richiesta in seguito all’ordinanza della Procura di Roma con la quale sono state disposte misure cautelari con arresti domiciliari nei confronti della direttrice della Direzione Politiche ambientali e Ciclo dei rifiuti della Regione Lazio. Le autorizzazioni del progetto erano state rilasciate dalla direttrice, la quale era stata anche nominata come rappresentante unico regionale nella conferenza di servizi decisoria. Il Comitato così ha evidenziato nella richiesta: “Nelle more dei necessari accertamenti e verifiche sull’operato della direttrice chiediamo all’autorità procedente, in attesa di un riesame più approfondito e al fine di evitare, medio tempore, conseguenze pregiudizievoli per la salute dei cittadini, di disporre in via provvisoria e cautelare la sospensione senza termine e il riesame dei due procedimenti di VIA nonché degli effetti giuridici fin qui prodotti.”
Anna Ammanniti
[ad_2]
Source link