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Il disegno al contrasto al gioco d’azzardo patologico regionale è legge. Diverse le novità introdotte: cambia il cosiddetto “distanziometro”, sarà vietata l’attività di sale da gioco, sale scommesse e spazi per il gioco, e anche l’installazione di nuovi apparecchi, a una distanza inferiore ai 300 metri da luoghi sensibili (scuole, università, sportelli bancomat, compro oro e altri) nei comuni sotto i 5000 abitanti come da precedente legge, ridotta da 500 a 400 metri per quelli con più di 5000 abitanti.
Gli esercizi che hanno dismesso gli apparecchi dopo l’entrata in vigore della legge 9/2016, possono rivolgere istanza di reinstallazione, anche se intervenuti cambi di titolarità, senza che ciò sia equiparato a nuova installazione, purché non si superi il tetto massimo esistente a maggio 2016.
Ovviamente la questione ha sollevato un vespaio di polemiche. Diego Sarno (Pd) urla tutta la sua rabbia: “La maggioranza regionale ha approvato il disegno di legge, certificando la scelta di Cirio: ascoltati i diktat di Salvini preferendo le lobby alla salute. Nonostante le forzature, le scorrettezze, le centinaia di ore sprecate, le audizioni inascoltate, si arriva a questa sciagura di legge. Oggi chi ha capitale disponibile potrà investire nuovamente nel gioco d’azzardo, e chi ha capitale libero? L’unica soddisfazione parziale è l’aver ottenuto l’esclusione della maggior parte dei bar dai luoghi di gioco”.
“Vi facciamo una promessa però” conclude “Non è finita qui. A settembre, dentro e fuori l’aula, la battaglia riprenderà. Pioveranno ricorsi, azioni di contrasto, giudizi di legittimità costituzionale. Noi non saremo complici della inevitabile risalita dei drammatici dati sulla ludopatia”.
Ribatte la Lega: ““Questa è la vittoria dei lavoratori onesti – ha ricordato nel suo intervento conclusivo il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni -, quelli che abbiamo incontrato nelle piazze, di cui abbiamo raccontato le storie sui nostri canali social. Uomini e donne con un’occupazione lecita, non lavoratori di serie B come qualcuno vorrebbe descriverli. Uomini e donne di un comparto legale, e noi sappiamo che dove la legalità non c’è questo vuoto viene riempito dall’illegale. Queste sono le ragioni che ci hanno spinto a modificare la legge 9 del 2016, un provvedimento che semplicemente non ha funzionato. E ce lo dicono i dati dell’Ires: nei Serd, i ludopatici erano 1.012 nel 2012 e sono diventati 1.184 nel 2018. Dove sono i risultati?”
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