Bari, torna in bilico l’indagine su Amtab: «Vendevano i voti ma non erano mafiosi»


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BARI – Potrebbe essere rimessa in discussione l’ipotesi che i voti «comprati» dall’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri per la moglie Maria Carmen Lorusso alle elezioni amministrative di Bari del 2019 siano stati in parte frutto di accordi con la mafia. La Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza dei giudici baresi del Riesame che nei mesi scorsi avevano detto «no» alla scarcerazione di Michele De Tullio, alias «Sotto ghiaccio», zio di Tommaso Lovreglio, l’ex dipendente Amtab (nipote acquisito del boss Savino Parisi), ritenuto l’interfaccia di Olivieri per l’acquisto di voti dal clan di Japigia.

In attesa delle motivazioni della decisione della Suprema Corte, quel che è certo è che il Riesame dovrà rivalutare la vicenda. Il processo è «Codice Interno» che a febbraio ha portato all’arresto di oltre 130 persone (ora a processo). De Tullio risponde di associazione mafiosa, voto di scambio politico mafioso ed estorsione per le assunzioni all’Amtab, la società comunale del trasporto urbano finita nella bufera e sottoposta da allora a commissariamento. Questa, infatti, è la vicenda ha indotto la Prefettura a nominare una commissione di accesso per valutare il rischio di infiltrazioni mafiose al Comune e proporne l’eventuale commissariamento…

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-09-29 06:00:01 da

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