Boville – Il sarcofago paleocristiano al centro di studi e proposte di valorizzazione

 

 

Se ne discuterà questo pomeriggio, alle ore 16, nell’ex chiesa di San Giovanni Battista, nel corso del convegno organizzato dalla pro loco di Boville.

È nelle stelle che si nascondono tanti misteri legati al sarcofago paleocristiano di Boville, un reperto giunto fino si giorni nostri e piuttosto unico nel suo genere. Tra i maggiori studiosi il professor Teodoro Brescia, ricercatore, scrittore e docente master di Antropologia filosofica e Storia della bioetica presso l’Università di Bari. Da vent’anni studia la tradizione dei Magi, i cultori delle stelle e la loro antica sapienza.

La storia
Rinvenuto nel 1943, durante il secondo conflitto mondiale, in contrada Sasso, datato intorno al 350 dopo Cristo, il sarcofago testimonia la grande tradizione che legava al cristianesimo tutta l’area della Ciociaria. “Questa tradizione la ritroviamo nelle opere d’arte sacra, nei poemi, in pitture e sculture oltre che nell’architettura. È un filo invisibile che lega Oriente e Occidente e le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Non è azzardato dire che tutto ha avuto inizio dagli “scultori di stelle”, come quelli che hanno scolpito anche il sarcofago di Boville, in merito al quale ho pubblicato più articoli ed il libro La stella dei Magi e il sarcofago decifrato”. Sono numerosi gli studi che ci raccontano di “strani” simboli presenti sulle immagini in bassorilievo proprio sul sarcofago custodito nella chiesa di San Pietro Ispano. “Un percorso di ricerca può diventare anche un itinerario culturale e religioso – continua ancora il professor Brescia – mettendo insieme opere, luoghi e comunità che le custodiscono. Alcuni siti sono già famosi, altri che lo sono meno : dagli XP ai Sator, da alcuni affreschi catacombali al sarcofago di Saint-Gilles, dalla Porta Alchemica alla chiesa di Rennes-le-Chateau, dall’Ultima Cena di Leonardo al sarcofago di Boville. Un percorso che può crescere di pari passo con la ricerca, un percorso che che potremmo appunto definire S-cultori di Stelle. Un itinerario che viene comunicato mediante il linguaggio più potente, quello delle immagini. E più potente dell’immagine c’è solo l’immagine in 3D: ovvero si potrebbe pensare di rendere fruibile il percorso attraverso la realizzazione di un Museo virtuale in 3D. A differenza di altri musei virtuali, unirebbe opere di luoghi diversi”.



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