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Castellammare: no alla costruzione di case nel porto di Marina di Stabia.
«Chiediamo una riproposizione dello studio». Così Gaetano Cimmino chiude alla costruzione di case residenziali nel porto turistico di Marina di Stabia. L’occasione è il consiglio comunale convocato per discutere proprio delle opere a terra che aspettano di poter partire da venti anni, quando la darsena turistica nacque con i fondi del Contratto d’area torrese-stabiese. «Negli anni – spiega il sindaco in aula – le volumetrie sono già state ridotte dai progettisti passando da 260 metri cubi del 2003, ai 201 inseriti nella proposta presentata al Comune a dicembre 2019». Cimmino spiazza tutti e chiarisce che la realizzazione di case non è funzionale con le linee già approvate del documento di orientamento strategico (dos) e l’adozione del Puc. Per questo Cimmino convocherà la conferenza dei servizi in quanto responsabile del Contratto d’area (precedentemente convocata erroneamente dalla Regione) e approva, con l’unanimità dell’aula, un ordine del giorno per la redazione di un documento che, in coerenza con le linee di indirizzo e con la pianificazione dell’amministrazione comunale, dovrà accompagnare il percorso per l’intervento che la proprietà dovrà mettere in campo per realizzare le opere a terra di Marina di Stabia.
IL PIANO
Il progetto che riguarda il porto turistico prevede la realizzazione di tre macro aree. Quella ricettiva con alberghi, palestre, spa e servizi riservati ai turisti e 54 mini alloggi, la parte commerciale con il mercato del mare, previsto con il recupero urbanistico di un capannone in ferro e l’area residenziale. Proprio quest’ultimo blocco con 120 appartamenti deve essere rivisto secondo l’amministrazione che chiarisce un altro aspetto: «Il Comune non è competente in merito al cambio di destinazione di queste aree che fanno capo al Ministero, ma quello che vogliamo ribadire con chiarezza – spiega Cimmino – è che la riqualificazione e l’apertura alla città è per noi essenziale».
LE REAZIONI
Un aspetto che mette d’accordo anche l’opposizione piuttosto sorpresa per la presa di posizione del sindaco forzista. «Il Pd sul tema urbanistico si sta confrontando e presenterà un’idea complessiva – spiega Peppe Giordano segretario dem – l’ennesima capriola di Cimmino non ci rende felici perché non ne capiamo fino in fondo le motivazioni visto che fino a ieri era un sostenitore del progetto. Eravamo già contrari a quel tipo di studio visto che per noi la fascia nord deve avere una mission in linea con il contratto d’area del 98 e quindi portare sviluppo urbanistico e lavoro». Pensa a un discorso complessivo per l’area nord anche Italia Viva: «Va analizzato il carico urbanistico dell’intera zona, abbiamo già il piano urbanistico territoriale che ci vieta di fare nuovi alloggi – spiega Andrea Di Martino – vorrei invece che ci fosse maggior contatto con il mare ed eliminare i muri che dividono il quartiere Cmi dal waterfront».
«Su via De Gasperi – interviene Tonino Scala – si è arrivato a dare concessioni che non esistono per case vacanze, poi revocate. Oggi si fa una discussione già fatta più volte. Sono cambiate le posizioni, condivido quanto dice il sindaco, però abbiamo perso tempo, bastava dirlo nel 2019. Inoltre nel 2008 il consiglio comunale ha votato la delibera che prevedeva la decompressione del 40% delle volumetrie rispetto al passato. In quel consiglio il sindaco era presidente dell’aula e Marina di Stabia già si disse favorevole. Oggi chiediamo un nuovo masterplan, nuovi incontri, altre perdite di tempo» .
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