CARTABIA

“Sostenere anche i volontari che hanno supplito carenze”

(ANSA) – NAPOLI, 19 LUG – “La presenza di animali di
compagnia nelle case è aumentata, soprattutto nel periodo della
pandemia, eppure sono tanti gli amici a quattro zampe che ancora
non hanno trovato famiglia e per cui non esiste da parte delle
istituzioni, tantomeno dalle amministrazioni comunali,
attenzione alle loro esigenze né a coloro che li sostengono. A
supplire queste mancanze, ci pensa il volontariato che ne regge
il peso nella quasi totalità, con operatori stanchi e
demotivati”. Lo ha spiegato il candidato sindaco Sergio
D’Angelo. “Molte sono le carenze dei dettami della legge
regionale campana n.3/2019 che attribuisce alcune funzioni al
Comune e di queste a Napoli ben poche sono quelle effettivamente
attuate.
   
“In particolare non risulta attuato il risanamento delle
strutture canili esistenti, l’attivazione di controllo del
territorio sull’esistenza dei cani randagi con la segnalazione
della presenza attraverso la polizia municipale.
   
Inoltre – ha continuato D’Angelo che è sostenuto dalle liste
civiche “Tutto il bello di Napoli con Sergio D’Angelo”, “La
Città che vogliamo con Sergio D’Angelo” e “Lista civica per
Napoli – SiAmo Napoli – non sono state realizzate aree di verde
pubblico riservate ai cani né la promozione di campagne di
sensibilizzazione e responsabilizzazione sul possesso di un
animale e iter per la cessione di un animale al Comune, per
evitarne l’abbandono. Per il randagismo, invece, è opportuno
richiedere e assicurare l’implementazione del personale medico e
degli operatori Asl per aumentare il numero assolutamente
irrisorio di sterilizzazioni. Per aiutare questo processo va
creato un sistema per un censimento rapido attraverso una App e
devono essere create effettive convenzioni con i veterinari
privati per l’implementazione delle sterilizzazioni”.
   
” L’altra cosa che non viene mai assicurata sono i servizi
collaterali all’assistenza sanitaria pubblica: occorrerebbe
dunque creare un’agenzia che possa sopperire a quanto la sanità
pubblica veterinaria non fa o non può fare, dotandola dei mezzi
idonei per organizzare, in collaborazione attiva con le Asl tali
servizi”. (ANSA).
   

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