Crisi del Mosciolo selvatico di Portonovo, Slow Food chiede alla Re…

Crisi del Mosciolo selvatico di Portonovo, Slow Food chiede alla Re…



Crisi del Mosciolo selvatico di Portonovo, Slow Food chiede alla Re…

ANCONA – Slow Food Ancona lancia un ultimo accorato appello affinché la Regione Marche vieti per quest’anno la pesca del mosciolo selvatico di Portonovo, il quale rischia altrimenti di scomparire per anni e anni. Per fare questo c’è tempo fino al 15 maggio. Non molto insomma. «Nel 2004 – spiega Edoardo Baleani, presidente della Condotta Slow Food Ancona e Conero Aps – la nostra Condotta ha istituito il Presidio del mosciolo selvatico di Portonovo, approvando un Disciplinare che ritiene i criteri per il prelievo e per la distribuzione, con la ‘chiocciola’, simbolo di Slow Food a livello internazionale, caratterizza da allora il nostro mosciolo». Inoltre «nell’estate del 2023 mettiamo a conoscenza la cittadinanza, con due comunicati, del rischio che il mosciolo selvatico potesse scomparire e quindi che fosse imprudente iniziare la stagione 2024 senza misure adeguate». Poi «nell’autunno del 2023 proponiamo l’istituzione di un Tavolo tecnico al sindaco di Ancona, il quale ha deciso subito di attivarlo invitando molti soggetti interessati come Università Politecnica delle Marche, Cnr e altri enti scientifici, Capitaneria di Porto, pescatori professionali, oltre a noi Slow Food, coordinando poi di persona le numerose riunioni svoltesi nel 2024 e tenendo contatti con la Regione». Il Tavolo tecnico «ha così individuato varie cause, alcune naturali altre dipendenti dall’uomo, avviando un impegnativo programma di attività scientifica di ricerca, tuttora in corso, per approfondirle e quindi formulare proposte concrete da attuare in risposta alla situazione di criticità, al fine di tutelare il mosciolo e rafforzare la resilienza socio-economico-ambientale».

Tutto ciò senza dimenticare che «le temperature eccezionali dell’estate 2024 resero ancor più evidente la necessità, dichiarata da tutti gli esperti scientifici, di chiudere interamente a pescatori professionali e privati la pesca del mosciolo selvatico almeno per il 2025». La storia però non termina così: «Nel Dicembre del 2024 la nostra Condotta consegna ai componenti del Tavolo tecnico una nota per ricordare la necessità di ufficializzare questa chiusura quanto prima, per non vanificare l’importante attività scientifica e per dare modo a tutti gli interessati di organizzarsi tempestivamente. I pescatori professionali per adeguare la propria attività, gli enti competenti per predisporre i ristori economici per questi pescatori, i ristoratori per preparare una proposta senza moscioli selvatici, il Comune per informare la cittadinanza e in particolare i pescatori privati, la Capitaneria di Porto per predisporre i controlli necessari». Infine eccoci al presente: «Siamo arrivati all’inizio di maggio, cioè a pochi giorni del consueto inizio della pesca del 15 maggio, senza nulla di concreto circa la chiusura che da tempo tutti gli esperti scientifici dichiarano essere il provvedimento prioritario da attuare tempestivamente, l’unico in grado di mitigare l’attuale criticità andando ad agire sulle cause dipendenti dall’uomo, e indispensabile per tutelare il mosciolo selvatico. A quanto ci risulta la Regione Marche, competente per questa chiusura, si è interessata dell’argomento solo mediante il proprio assessorato alla Pesca marittima che ha dialogato con i pescatori professionali».

Slow Food Ancona va avanti con la propria analisi sulla situazione di crisi: «Non comprendiamo perché non si sia attivato anche l’assessorato regionale all’Ambiente, dato che il mosciolo selvatico è uno degli elementi più caratterizzanti dell’ecosistema del Conero, nonché della sua ricercata biodiversità, e che le dichiarazioni degli esperti scientifici sono state rese pubbliche sui media locali molto frequentemente. Questa Condotta, in quanto titolare del Presidio Slow Food del mosciolo selvatico di Portonovo, ha approfondito la situazione con i pescatori della Cooperativa di Portonovo, intervenuti alla riunione con il loro presidente, giungendo a condividere la necessità di sospendere la pesca del mosciolo selvatico per il 2025, anche nell’attesa dei ristori economici, poiché raccogliendo i pochissimi esemplari idonei al prelievo probabilmente verrebbe compromessa anche la stagione 2026, se non proprio le stagioni successive».

Infine «È del tutto condivisibile l’esigenza dei pescatori professionali di ottenere ristori economici, da noi caldeggiati fin dalla nostra nota del Dicembre 2024. Non conosciamo l’opinione dei pescatori professionali che non fanno parte della Cooperativa, ma confidiamo che condividano la sensibilità per l’ambiente e per la tutela delle risorse naturali, quali il mosciolo selvatico, e la lungimiranza per il proprio lavoro e dei loro colleghi, evitando di andare a scovare e prelevare i moscioli selvatici di taglia commerciale rimasti, che dagli ultimi rilievi fatti dai pescatori stessi risultano essere pochissimi». Anche perché «La Cooperativa pescatori di Portonovo è l’unico soggetto abilitato a commercializzare moscioli selvatici garantiti dal marchio registrato del Presidio, per cui la sospensione della pesca da parte della Cooperativa rende illegittimo per chiunque proponga al pubblico dei moscioli con marchio Presidio Slow Food, sia nei ristoranti che altrove. Quindi invitiamo la collettività a diffidare di eventuali proposte del genere. La sospensione della pesca del Presidio – Proseguono a spiegare – è importante come esempio per gli altri pescatori professionali e per la trasparenza del mercato, nel quale diversamente potrebbero essere proposti come moscioli selvatici o moscioli selvatici sotto taglia oppure cozze di allevamento. Ma per la sopravvivenza e la tutela del mosciolo selvatico la chiusura ufficiale da parte della Regione è molto più importante. Sia verso tutti i pescatori professionali ma anche verso i pescatori privati, i quali, se non informati e sensibilizzati, potrebbero fare danni notevoli».

Il presidente Baleani si avvia alla conclusione del suo discorso: «La preoccupazione di Slow Food è la stessa che si rileva dalla stampa locale e dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Ancona, per cui ci permettiamo di rivolgere un appello alla presidenza della Regione Marche affinché prenda in considerazione anche il parere unanime degli esperti scientifici, il quale non è stato opportunamente preso in considerazione e decreti quindi la chiusura della pesca del mosciolo selvatico per il 2025, possibilmente prima del 15 maggio, facendo nel contempo di tutto per i ristori economici richiesti dai pescatori professionali».

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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2025-05-05 12:55:20 da


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