familiari chiedono 100 milioni di risarcimento

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Si è svolta oggi presso il Tribunale Civile di Roma la prima udienza legata all’azione legale promossa dai familiari delle vittime del Covid 19 tramite il comitato «Noi denunceremo». Lo scopo è quello di arrivare ad un indennizzo anche simbolico, affinché siano riconosciute le responsabilità della pandemia in Lombardia, una delle regioni più colpite.

Familiari vittime Covid contro la Presidenza del Consiglio

La prima udienza doveva svolgersi ad aprile ma era slittata ad oggi. Le famiglie delle vittime del Covid-19 hanno intentato una causa nei confronti di Regione, il Ministero della Salute e la Presidenza del Consiglio per mettere in luce le omissioni, l’assenza di un vero piano contro la pandemia, chiusure e tracciamenti assenti portando come sostegno anche le circolari dell’OMS che avvertivano della pericolosità del virus. Sono state raccolte le storie di circa 500 cittadini bresciani e lombardi che hanno perso familiari a causa della pandemia.

Una causa da 100 milioni

La causa, da ben 100 milioni, contiene 2.099 pagine di documenti, testimonianze, ricostruzioni, inchieste e indagini legali legate al Covid-19 e la gestione della pandemia. Ci sono accuse contro il governo Conte e il ministro della Salute, altre contro la Regione Lombardia. In particolare si parla di “atti omissivi o commissivi in violazione di legge e disposizioni normative nazionali e sovranazionali”. In particolare sono segnalati cinque punti contro il ministero della Salute e della Presidenza del Consiglio: dal mancato aggiornamento del piano pandemico, passando per una comunicazione ai cittadini in merito al rischio non corrispondente alle linee guida OMS, la redazione di un piano quando ormai il virus era avviato, la mancata sorveglianza epidemiologica e l’invio di autovalutazioni all’Oms non conformi a quelle reali.

Durante l’udienza erano presenti anche una cinquantina di familiari di vittime del coronavirus; sono 70 le famiglie che si sono rivolte al pool di legali guidati da Consuelo Locati, tra cui i parenti delle vittime della seconda e terza ondata. Mentre la procura di Bergamo sta indagando sulla strage della Val Seriana in ambito penale, a Roma si sta chiedendo “un risarcimento ai parenti delle vittime ossia un riconoscimento del danno subito a prescindere dalle responsabilità personali o penali”.

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