Incredibile, ma vero! Il settore dello sport è stato l’ultimo a riprendere dopo il lungo stop imposto dalla pandemia da Covid, eppure i sostegni ancora non sono arrivati! Spiega Maurizio Noli, presidente di OSR (Operatori Sportivi Riuniti).

“Se prima d’oggi qualcuno ci avesse detto che, nell’era della digitalizzazione dove l’uomo si organizza per andare sndennità previste dal Decreto 73 Sostegni Bis, perché ancora non sono stati inviati i dati, avremmo pensato sicuramente ad uno scherzo, una burla insomma… A dire della Società Sport e Salute S.p.a., ancora non vengono inviati i relativi dati da Inps, motivo questo che non permette l’erogazione delle indennità agli aventi diritto! Purtroppo non è uno scherzo di cattivo gusto, è tutto vero! Nel silenzio più totale, nell’indifferenza politica che dovrebbe far riflettere gli appartenenti del settore e nell’indiscriminazione dell’individuo, si consuma ancora una volta, lo sbeffeggiamento ai danni del lavoratore sportivo.
Nella Gazzetta ufficiale n.123 del 25 maggio scorso è stato pubblicato il cosiddetto decreto “Sostegni bis” (DECRETO-LEGGE 25 maggio 2021, n. 73. Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.) Il Decreto in questione dava in sostanza mandato alla Società Sport e Salute S.p.a., di rivedere la situazione di migliaia di collaboratori sportivi che, a causa di un distorto e farraginoso sistema di acquisizione delle domande, si sono visti bloccare le indennità con la dicitura che sa di sentenza scritta, Incongruente Inps.

Ancora niente, agosto è alle porte e non si vede luce per i lavoratori coinvolti che attendono di conoscere il proprio destino, segnato da una pandemia che non gli ha risparmiato niente, nemmeno l’accanimento da parte dello Stato. Basterebbe una comunicazione ufficiale sullo stato dei lavori da parte della Società Sport e Salute S.p.a., che ben si guarda dal riferire la propria posizione e far conoscere i tempi di elargizione che, dipendenti o no dalla propria struttura, dovrebbero essere rapidi e, caso contrario, pagati con tutti gli interessi del caso.

L’inverosimile davvero, il Decreto prevede che per l’elaborazione dell’ammontare delle spettanze, la Società Sport e Salute S.p.a., si sarebbe dovuta avvalere dei dati presenti presso i database dell’agenzia delle entrate, le certificazioni uniche inviate dai datori di lavoro contenenti i redditi annui dei Collaboratori Sportivi, proprio con lo scopo di evitare divergenze e incongruenze rispetto ai dati comunicati dai richiedenti e invece niente. Anche in questo caso assistiamo al caos più totale, udite udite, i dati non sono coerenti con quelli riportati nei CUD o meglio, il periodo in esame non è coerente con quello riportato in Decreto. Ancora una volta si consuma l’inefficienza nell’amministrazione pubblica e le indennità arrivano inferiore o spesso superiori al dovuto e non si conoscono ancora le modalità di rettifica per ottenere quanto realmente spettante o restituire l’indebito.

Non parliamo poi dei fondi perduti, destinati nello stesso provvedimento dal Governo alle Asd/Ssd che avevano fatto ben sperare in un primo momento ad una accortezza forse mai riservata al settore con fondi garantiti ma che, destinatari di una prima tranche che avrebbe dovuto provvedere in un secondo momento un’altra parte di aiuti del quale ancora oggi si è persa ogni traccia.

Anche in questo caso, il silenzio più totale, il Dipartimento dello Sport non comunica lo stato dell’arte e per le Associazioni non rimane che sperare e attendere in tempi migliori, se questo è un paese civile… La battaglia che, OSR ormai da più di un anno porta avanti,  li vede coinvolti in prima linea con iniziative, anche legali, per il riconoscimento di diritti sacrosanti, oggi violati, che devono trovare una soluzione in tutte le sedi istituzionale perché, un anno di attesa per un riconoscimento già sancito dal Governo, appare davvero troppo.

Occorre davvero, oggi più che mai, che il settore si unisca sotto un’unica ala e si spinga, anche nelle aule giudiziarie, per far riconoscere i propri diritti e la propria dignità promuovendo una vera e propria Class action, allontanandosi dai protagonismi da Social che danneggiano il settore e ne rallentano  il coinvolgimento di diritto che oggi più che mai dovrebbe avere. Se Omero avesse conosciuto questa vicenda, altro che Odissea avrebbe scritto!”
Anna Ammanniti





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