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Un Green pass che potrebbe andare di pari passo con l’andamento dei contagi Covid. Se la curva aumenterà, allora anche il certificato verde dovrà essere mostrato in più occasioni fino a dover approdare, nella peggiore delle ipotesi allo studio, nei bar e nei ristoranti. Ipotesi che per ora anche il ministero della Salute, di fronte a una maggioranza spaccata, tende ad allontanare, fermo restando, come riferiscono fonti interne, che saranno i dati a decidere cosa fare. Nell’immediato il governo immagina di agire inserendo l’obbligatorietà del Green pass, che si ottiene con la doppia dose del vaccino o in alternativa va mostrato il risultato di un tampone negativo, per i viaggi a lunga percorrenza, sui treni o sui pullman. Resterebbe escluso invece il trasporto pubblico locale. Mentre si valuta di inserire l’obbligatorietà del certificato verde anche per i grandi eventi, non più solo per i matrimoni come già previsto.
Domani, durante la riunione della cabina di regia, non ancora fissata, si potrebbero iniziare a fare le prime valutazioni ma la decisione arriverà non prima di metà della prossima settimana. Di certo il Green pass sarà concesso dopo la seconda dose per dare uniformità a livello europeo ed evitare che in altri posti non venga riconosciuto. Inoltre è scientificamente provato che per avere una copertura completa, soprattutto con il diffondersi della variante Delta, sia necessaria la seconda dose.
Quasi tutti i partiti concordano sull’esclusione dei ristoranti e dei bar dal Green pass. Dopo giorni di battaglie interne alla maggioranza anche i più rigoristi si sono ammorbiditi. Il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri spiega così ciò che potrebbe succedere: “Non dico che debba servire per andare al ristorante, ma se a un certo punto dovessimo arrivare a 30mila contagi con gli ospedali che vanno in difficoltà a quel punto cosa faccio metto le restrizioni per i bar e per i ristoranti oppure dico lasciamoli aperti in sicurezza? È chiaro che il Green pass offre un’occasione in questo senso”. Ma lo si vedrà nelle prossime settimane. Per ora la valutazione in corso sta evidenziando molti limiti. Ad esempio è complicato controllare il certificato a ogni persona che vuole entrare in un bar e per quanto riguarda i ristoranti ci si chiede: “Se si va a cena con i figli dai 12 anni in su non vaccinati, bisogna fare il tampone?”. Per questo i 5Stelle della commissione Affari sociali ne approfittano per ribadire ancora una volta che se dovesse essere adottato il modello francese, anche in Italia dovranno essere garantiti i tamponi gratuiti.
Il discorso si intreccia infatti con l’ipotesi di cambiare i parametri che determinano la collocazione di una regione in una fascia di colore anziché in un’altra. Questa settimana nessun territorio dovrebbe passare in zona gialla, l’Italia quindi resta bianca. Ma sulla prossima c’è già qualche dubbio che si trasforma in certezza se si pensa alla prima settimana d’agosto e all’aumento costante dei contagi. Questo aumento però non è accompagnato dall’occupazione dei posti letto in ospedale, ragion per cui la Lega, i governatori ma anche lo stesso Sileri spingono per un cambio dei parametri per evitare chiusure e coprifuoco. Per adesso si vanno a scontrare con il no di Speranza e degli scienziati in attesa di vedere i dati delle prossime settimane e l’impatto che avranno la variante Delta e i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei. Si procederà quindi a scaglioni, a partire dai viaggi a lunga percorrenza.