Questa settimana facciamo un salto in GUATEMALA, uno dei paesi più sorprendenti dell’America Centrale .
Il mio viaggio inizia sulle acque incantate del Lago Atitlán, un luogo magico incastonato tra vulcani maestosi. Arrivare a Panajachel, punto strategico per l’esplorazione della zona, è come immergersi in una tela dipinta a mano. L’atmosfera è confidenziale per il chiacchiericcio sommesso dei mercanti che preparano le loro bancarelle lungo Calle Santander. Ogni angolo della strada è un’esplosione di colori: tessuti dai disegni intricati, bracciali di perline scintillanti e maschere intagliate che raccontano leggende antiche. L’aroma delle Tortillas calde e del caffè appena tostato si mescolavano al profumo dei fiori venduti in piccoli mazzi.
Ma è la riva del lago che mi attirava come una calamita. Camminando lungo il molo, osservo le barche in legno dai colori sgargianti che ondeggiano leggere, pronte a salpare verso i villaggi sparsi sulle sponde opposte. Decido di salire su una di queste imbarcazioni, il motore “scoppietta” mentre cominciano i preparativi per la partenza. Il vento mi accarezza il viso, portando con sé il suono ritmico delle onde contro lo scafo. San Juan La Laguna, il villaggio dove approdiamo, è come un manifesto spirituale. Qui, le donne delle cooperative lavorano con mani esperte, tingendo fili di cotone con pigmenti naturali estratti dalle piante. Ogni movimento, ogni gesto racconta una storia tramandata di madre in figlia. Una di loro, un’artigiana dagli occhi profondi e gentili, tesse gli “Huipiles”; sono indumenti dai colori accesi che risalgono al mondo Maya, ancora oggi presenti nella tradizione locale. Ogni suo racconto parla di leggende antiche, di dei e spiriti, mentre il fruscio del telaio si mescola al canto degli uccelli. Ritorno a Panajachel al tramonto quando i vulcani, ombre solenni, vegliavano silenziosi, mentre il lago riflette le ultime luci del giorno come uno specchio perfetto. Ogni suono, ogni sorriso, ogni carezza del vento ti lascia un’impronta profonda, un ricordo vivido e indelebile di un luogo da ricordare. Dopo aver lasciato la quiete mistica del lago, arrivo a Chichicastenango, un famoso mercato che è un’esplosione di colori, suoni e odori. La vivacità, subito mi travolge: le voci dei venditori si intrecciano in un coro fatto di folclore, e mai chiassoso. L’aria è intrisa del profumo degli incensi, mentre le bancarelle traboccano di maschere cerimoniali, tessuti stravaganti e gioielli in argento. Ogni angolo, racconta un mosaico di tradizioni antiche e moderne che danzano insieme.
Da lì, mi dirigo ad Antigua, un capolavoro coloniale che si adagia tra i vulcani Agua, Fuego e Acatenango. La città mi accoglie con le sue facciate dai colori pastello e l’eleganza delle chiese barocche. Ogni edificio parla di una storia antica, di un tempo in cui la città era un gioiello dell’impero spagnolo. Passeggiare per le sue vie, significa respirare un’aria sospesa dal presente. Il tramonto sotto l’Arco de Santa Catalina merita il viaggio: le ombre si allungano e la città si accende lentamente. Antigua, è il cuore pulsante del Guatemala! Dietro le porte di legno intagliate, c’è un mondo inaspettato: giardini lussureggianti pieni di fiori tropicali, dove il verde si sposa con i colori accesi di strane buganvillee . Ogni cortile è un’oasi, uno spazio dove la natura dialoga con l’architettura coloniale, fatta di archi e fontane che sussurrano racconti di epoche passate. Le strade acciottolate conducono a palazzi coloniali con balconi adornati di ferro sconfitto, affacciati su piazze animate da musica tradizionale. Qui la “Marimba” vibra e risuona, fondendosi con la vitalità dei mercati artigianali, dove anche le ceramiche dipinte raccontano l’identità di un popolo. L’arte è ovunque: dalle gallerie misteriose che espongono opere di artisti locali, alle pareti per strada dipinte con murales che narrano di leggende Maya. La città è anche una sinfonia di sapori, un viaggio sensoriale che trasporta in un mondo fatto di dettagli, dove ogni portone è la promessa di una buona pietanza. Antigua è soprattutto un luogo d’incontri, con una gente che porta con sé l’orgoglio di una tradizione mai dimenticata.
Dopo l’incanto coloniale, proseguo verso il cuore Maya del Guatemala: Tikal, Il più grande sito pre colombiano al mondo. Il richiamo delle scimmie urlatrici risuona nell’aria, accompagnato dal fruscio delle foglie sotto i piedi. Le rovine emergono imponenti tra gli alberi, raccontando storie di re, sacerdoti e divinità. La scalata alla Piramide del Gran Giaguaro è un momento di pura emozione: dalla cima, la vista si apre su un “mare verde” che si estende all’infinito. Il sole imponente, tinge la foresta di sfumature dorate, mentre il silenzio regna sovrano. Un momento di connessione profonda con un passato antico, un’esperienza da apnea “in assetto costante”. Ogni pietra ricorda la fatica e lo splendore di un popolo, precursore nella sua epoca.
Infine, raggiungo il Río Dulce, un fiume che scorre pigro e maestoso tra le mangrovie, verso il Mar dei Caraibi. Parto da Livingston, una cittadina malinconica dall’anima caraibica, imbarcandomi su una lancia a motore. Tappa a Finca Paraiso: una cascata di acqua calda che si tuffa in un ruscello gelido, una meraviglia naturale in cui mi sono concesso un bagno rigenerante. E poi diretto al Lago Izabal, a pochi km dal mare, dove trovo volentieri rifugio in un eco-lodge, il Finca Tatin. Un luogo che abbraccia la filosofia della sostenibilità. Le capanne sono costruite con materiali naturali e ogni dettaglio, dai sentieri illuminati da lanterne all’acqua raccolta e filtrata, parla di armonia con l’ambiente circostante.
Addormentarsi con i suoni della giungla e svegliarsi al canto degli uccelli ha reso il soggiorno un’esperienza unica e totalmente immersiva. L’ultimo giorno mentre il sole tramontava, a cavallo di un’amaca , ho chiuso gli occhi e ho respirato intensamente. Il Guatemala mi ha regalato la sua anima profonda: il Lago Atitlán con la sua spiritualità, l’energia vibrante di Chichicastenango, l’eleganza di Antigua, il mistero di Tikal e la natura avvolgente del Río Dulce. Un viaggio indimenticabile, scolpito nella mia memoria come un tesoro pregiato.
IN & OUT GUATEMALA
porta con te
- Un paio di scarpe comode
- Uno zainetto idrorepellente
- La voglia di assaggiare i piatti tipici
Lascia a casa
- Il mal “di barca”
- Il piumino d’oca
- Le brutte abitudini
Valutazione : 4 zaini
Legenda:
1 zaino (non vale il viaggio)
2 zaini (meglio andarci in vacanza)
3 zaini (vale il viaggio ma..)
4 zaini (viaggio da non perdere)
5 zaini (vale più di un viaggio)
L’articolo Guatemala, dal Lago Atitlàn al Rio Dulce – Savonanews.it
www.savonanews.it è stato pubblicato il 2024-11-16 07:00:00 da Marco Di Masci
0 Comments