Un clima teso e un intreccio di minacce e divergenze difensive è emerso nella testimonianza del consigliere regionale Giovanni Zannini, coinvolto in un processo per tentata estorsione contro Francesco Tiberio La Torre, cugino del noto boss Augusto La Torre. Zannini ha spiegato in aula le ragioni che hanno portato alla richiesta di 50.000 euro da parte di La Torre, accusato di aver cercato di ottenere denaro come “risarcimento” per la mancata comparizione di Zannini come difensore del padre, in un’udienza preliminare che pregiudicò la possibilità di un rito abbreviato.
Il consigliere regionale ha ricostruito dettagliatamente il suo rapporto con La Torre, ammettendo di essere stato suo avvocato prima della sua elezione e confermando che vi erano “differenze di vedute” sulla linea difensiva. Zannini ha anche raccontato di un episodio di violenza avvenuto nel 2010, quando il figlio di La Torre, Antonio, lo aggredì fisicamente, accusandolo di non aver difeso il padre.
Il processo ha portato alla luce anche il contesto delle minacce di La Torre, che, dopo essere uscito di prigione, avrebbe chiesto a Pasquale Campoli, amico e vicino a Zannini, di consegnare una somma di denaro. Zannini ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda e ha insistito sull’importanza di chiarire le contraddizioni nel corso dell’indagine.
Nel corso del processo, si è parlato anche del mancato accoglimento del rito abbreviato per La Torre, la cui condanna all’ergastolo sembrò essere legata proprio alla mancata difesa del consigliere. Il caso continua a svilupparsi e si tornerà in aula a settembre, quando sarà ascoltato Francesco Tiberio La Torre.
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www.teleradio-news.it è stato pubblicato il 2025-01-25 11:06:29 da Teleradio News
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