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GROSSETO. Chiariamolo subito, gli inquirenti sono (quasi) certi che si sia trattato di un drammatico incidente. Ma qualche piccolo dubbio resta sulla morte del 13enne ucraino caduto dal terzo piano del palazzo, al 35 di via Fossombroni, nella notte fra venerdì 4 e sabato 5 scorsi.
Tanto che la procura dei minori di Firenze sta valutando l’ipotesi di effettuare l’autopsia, per escludere, una volta per tutte, che il piccolo abbia qualche segno sul corpo precedente alla caduta e non compatibile con l’impatto sul terreno.
Il ragazzino, che aveva riportato lesioni gravissime cadendo da almeno una decina di metri di altezza nel piccolo giardino che costeggia il palazzo, è poi deceduto lunedì 7 al Meyer quando, dopo l’accertamento della morte cerebrale, sono state staccate le macchine che ancora lo tenevano in vita.
Al momento della caduta dal terrazzo, che ha una ringhiera non particolarmente alta, quei palazzi sono stati costruiti agli inizi degli anni ’60, con i criteri di allora, nell’appartamento al terzo piano del civico 35 c’erano anche la zia e il figlio, quindi il cugino del 13enne.
Entrambi hanno dichiarato alla polizia di non essersi accorti di nulla e di aver capito che era successo qualcosa quando hanno sentito arrivare l’ambulanza, chiamata da un passante che ha visto il ragazzino a terra. Il 13enne e zia cugina si trovavano infatti – secondo il racconto – in due stanze diverse e i due erano convinti che il 13enne stesse guardando la tv.
Accanto al piccolo, infatti, c’era anche il telecomando della televisione, che probabilmente aveva in mano quando è caduto.
A due passi dalla caduta c’è una telecamera del Comune a 360° ma, essendo posizionata a metà di un lampione, a 3-4 metri da terra, riprende solo verso il basso e non può dare indicazioni su quanto avvenuto più in alto.
Da tre giorni in Italia, il padre non sa come venire
Il 13enne era arrivato da appena 3 giorni in Italia, dall’Ucraina, dove viveva con i genitori. Per lui doveva essere un periodo tranquillo, lontano dai drammi del suo paese, da trascorrere in Maremma con i nonni, la zia e il cugino. Tutti residenti a Grosseto da tempo.
I genitori stanno provando a fare le pratiche per venire in Italia ma, dall’Ucraina in guerra, non è facile. Soprattutto il padre che, avendo meno di 60 anni, è a rischio costrizione obbligatoria, con le ultime leggi emanate dal governo di Kiev per avere a disposizione uomini da schierare nei vari fronti aperti.
www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-07-08 19:41:55 da MaremmaOggi


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