Mai come in questi ultimi giorni si parla ovunque di emergenza climatica mondiale, di impatto climatico e di responsabilità che l’uomo ha nei confronti dell’ambiente.

E da non molto la scienza sta mettendo in luce un problema nuovo o comunque precedentemente ignorato: l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute mentale. In questo ambito di ricerca, pressoché inesplorato, gli studiosi concordano sul carattere di urgenza della questione. L’emergenza climatica dunque sembra riguardare l’ambiente nel quale viviamo e vivremo, ma si è insinuata anche nella nostra psiche, radicandosi nei nostri comportamenti. La difesa del nostro ecosistema si sovrappone, quindi, alla difesa della nostra salute mentale: non ci possiamo più permettere di rimandare gli interventi necessari.

A mano a mano che vengono pubblicati nuovi studi sull’argomento, come quelli dello psichiatra Paolo Cianconi Psichiatra, il tema si rivela in tutta la sua complessità, muovendosi su livelli diversi. Il primo, sicuramente, è quello che riguarda le comunità e le dinamiche che le attraversano. I cambiamenti climatici riescono a intervenire sui meccanismi che regolano la vita sociale, come dimostra uno studio dell’American Psychological Association. Ad essere minacciata è la coesione sociale, messa in pericolo dallo stress causato dall’emergenza ambientale, mentre in crescita ci sono aggressioni e tensione. I cambiamenti climatici, però, l’impatto maggiore sulle comunità lo hanno attraverso le migrazioni a loro connesse. Secondo le stime dell’IOM, ad esempio, per il 2050 si arriverà a 200 milioni di migranti climatici. Il riscaldamento globale, infatti, funzionerà, ancora di più rispetto ad ora, da catalizzatore rispetto a gran parte dei fenomeni che contribuiscono alle migrazioni. Si tratta di meccanismi complessi con più fattori in campo, tra i quali l’accesso alle risorse e ai beni primari, i conflitti per il loro controllo e le conseguenze sulla salute. Ma quale relazione c’è è tra cambiamenti climatici e salute mentale?

Tale relazione ha iniziato ad essere di interesse scientifico con l’uragano Katrina (uragano atlantico abbattutosi sugli Stati Uniti nell’agosto del 2005, tra i cinque uragani più gravi della storia statunitense) e il disastroso sversamento di petrolio dalla piattafroma petrolifera Deep Water Horizon nel Golfo del Messico nell’aprile del 2010.

Nello specifico si sono create serie di ricadute ambientali notevoli. In questi luoghi le popolazioni hanno avuto un aumento significativo dei disturbi mentali; i disturbi mentali vengono collegati a seconda del tipo di evento climatico. Quindi ci sono dei collegamenti di disturbi mentali legati all’aumento della temperatura, ci sono dei collegamenti connessi ad esempio ai tifoni ed a tutti i fenomeni connessi all’acqua, ci sono dei collegamenti con gli eventi connessi alla siccità e carestie, ai grandi incendi, e così di seguito. Da questi studi emerge inoltre che ci sono dei gruppi e delle popolazioni che andranno in vulnerabilità, come le popolazioni più povere, i nativi che non hanno ripari sufficienti o adeguati per fronteggiare effetti del cambiamento climatico, le donne in stato di gravidanza, bambini e anziani.

Gli studi parlano di una condizione di rischio maggiore per le popolazioni meno abbienti, popolazioni più povere pagheranno il peso più alto del cambiamento climatico, sia perché non hanno risorse per fare qualcosa, sia perché sono situate in zone costiere che sono più a rischio. Quando avviene un evento climatico estremo l’attivazione mentale ha delle fasi: prima dell’evento climatico, durante l’evento climatico, nei primi tempi dopo l’evento climatico, quattro o cinque anni dopo l’evento climatico. Si è visto che ci sono modificazioni della salute mentale differentemente in base alla zona ed all’evento climatico. Ad esempio, tra gli eventi che colpiscono maggiormente la salute mentale ci sono le inondazioni.

I soggetti esposti a tale tipo di catastrofe subiscono una sorta di distruzione mentale; questa salute mentale varia dopo un po’ rispetto al momento della catastrofe: dopo che hanno tentato di ricostruire, vedendo che non ci riescono, possono cadere depressione (uragano Katrina con  aumento anche del 4%). Se invece  ci troviamo difronte ad incendi si nota che la salute mentale viene colpita nel periodo subito successivo la catastrofe. Gli eventi climatici estremi che ci aspettano possono essere distinti in: eventi climatici estremi per aumento della temperatura, eventi connessi all’acqua, connessi al cambiamento e all’aria, quindi venti, uragani, ed eventi climatici estremi connessi ai fuochi, carestie.

Poi ci sono anche cambiamenti climatici estremi connessi al cambiamento della biosfera, che interessano una zona geografica non per un periodo più limitato come gli eventi precedenti, ma si mantengono stabili nel tempo (es. 1000 anni) come deforestazione, aumento della temperatura del pianeta, cambiamento di interi ecosistemi.Un esempio è la popolazione dei Maya che si sono estinti per effetto del cambiamento climatico, al quale hanno contribuito, spostandosi massivamente sulle coste, costruendo a spese della foresta.

Cosa accadrà quando ci saranno popolazioni che dovranno affrontare le ondate di calore? E quando si innalzeranno le acque al punto che le zone costiere di molte importanti città si troveranno ad evacuare? Cosa succederà per tutte quelle aree del mondo che dovranno affrontare cambiamenti che riguardano l’intero sistema produttivo per via dei cambiamenti climatici? O, più semplicemente, sul piano della capacità di reagire allo stress: come reagiranno le popolazioni rispetto ad un mondo che cambia drasticamente? In che modo le persone potrebbero reagire al fatto che non possono più, ad esempio, andare in spiaggia o che da un giorno all’altro possa cambiare completamente la fisionomia di un paesaggio? O, ancora, come gestiremo politicamente i rifugiati climatici? Saremo in grado di creare nuove categorie di accoglienza?

Se vogliamo avere futuro in un Pianeta che sia vivibile da persone in buona salute, dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare.

Sarò lieta di accogliere ancora richieste su argomenti di vostro particolare interesse. Inoltre è possibile prenotare la vostra consulenza, in presenza oppure on-line al numero 347.4068962 e indirizzo di posta elettronica [email protected]

Ilaria Quattrociocche

La dott.ssa Ilaria Quattrociocche è una Psicologa Clinica e Pedagogista , laureata in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi dell’Aquila, abilitata all’esercizio della professione (Albo A) e laureata in Scienze Pedagogiche presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Psicoterapeuta in formazione presso CIPPS – Centro Internazionale di Psicologia e Psicoterapia Strategica di Salerno (SA).

 



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