Avanti, adagio. È contraddistinto dall’equilibrio l’esordio ufficiale in terra di Siena di Enrico Letta, in qualità di candidato alle elezioni suppletive per il seggio alla Camera lasciato libero da Pier Carlo Padoan. Le questioni spinose non mancano, ma il segretario del Pd evita di prenderle di petto, rifugiandosi spesso nel futuro come tempo per affrontarle. Lo fa su Mps: «Me ne occuperò, come me ne sto già occupando da segretario del Pd. È una risorsa fondamentale del territorio e della Toscana, quindi va salvaguardata». E lo fa sulla possibile alleanza con Italia Viva per l’imminente tornata elettorale: «Di tutte queste cose vedremo nei prossimi giorni. La mia candidatura la voglio offrire in una logica più larga possibile. Io mi metto a disposizione».

L’unico tema è che lo fa accendere è la sfida alla destra: «Il quadro politico italiano si è semplificato. Da una parte Salvini e Meloni, dall’altra, intorno a noi, c’è quella che considero un’alternativa. Perciò parlerò con tutte quelle forze che possano contribuire alla vittoria a Siena (del collegio elettorale fanno parte anche 5 comuni aretini, ndr) e nel 2023».


Una data, quella delle prossime elezioni politiche, cara a Letta, che durante l’incontro a Montalcino la ricorda spesso: «Inizia una lunga marcia verso il 2023. Questo è un giorno importante, non solo perché parte un mio percorso personale, ma anche perché è il debutto delle -”Agorà democratiche”. Si deve uscire dall’isolamento e costruire una coalizione». Il primo passo quindi è la sfida senese, che per l’ex premier rappresenta un modo «di portare forza a livello nazionale». «Io mi metto in campo senza paracadute — ammette Letta — Se perdo, non posso essere ripescato. La voglio vivere con la massima apertura. È una grande battaglia di contenuti, locali e nazionali».

Come il Ddl Zan. «Non siamo un partito che si tappa le orecchie — ha precisato Letta, parlando delle proposte arrivate da più per arrivare a un testo condiviso — ma è inimmaginabile che il nostro interlocutore sia Matteo Salvini che nel giorno in cui ha chiesto a noi di rivedere la legge ha appoggiato la proposta di Orban». Se a livello nazionale le risposte non mancano, sul piano locale dimostra ancora una conoscenza parziale. Un focus sulle scienze della vita e poco altro, sebbene il territorio, presente con tanti amministratori, dimostri piena fiducia in lui. Mancanze ammesse dallo stesso Letta: «Comincio con grande umiltà e grande attenzione ai territori. Soprattutto attenzione a conoscere ed essere in grado di rappresentare al meglio». Forse un assist per Salvini, che domani a Siena, in sostegno di Tommaso Marrocchesi Marzi, non mancherà di sottolinearlo.

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18 luglio 2021 | 10:19

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