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Smantellata in una maxi-operazione antimafia in Calabria la storica e potentissima cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia Arena egemone nelle provincie di Catanzaro e Crotone. Nell’operazione ‘Jonny’ – che ha impegnato oltre 500 tra agenti della Polizia di Stato e finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e della Compagnia di Crotone – come scrive la Gazzetta del Sud sono state fermate 68 persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose.
Cosca gestiva accoglienza migranti a Capo Rizzuto
La cosca facente capo alla famiglia Arena, come si legge sul Corriere della Sera, controllava, a fini di lucro, la gestione del centro di accoglienza per migranti nel Cara “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto grazie alla collusione con esponenti della “Fraternita di Misericordia”. Dalle indagini, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni, capillarmente esercitate sul territorio catanzarese e su quello crotonese, sono emersi anche ingenti interessi nelle attività legate al gioco e alle scommesse.
Tra i fermati anche parroco di Capo Rizzuto
Come si legge su Repubblica, la cosca di ‘ndrangheta Arena lucrava sull’accoglienza dei migrantidi di Isola Capo Rizzuto. Dalle indagini è emersa un’infiltrazione del clan, da più di un decennio, in tutte le attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza del Cara “Sant’Anna”. Secondo gli investigatori, il tramite era Leonardo Sacco, governatore della Misericordia, che ha permesso di aggiudicare a imprese create ad hoc dai mafiosi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione presso il centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa. Tra i fermati c’è anche il parroco 70enne di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio.
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