Cambia ancora la Legge di Bilancio e si riaccende il dibattito parlamentare. Il centrosinistra va all’attacco sugli stipendi ai ministri
14 Dicembre 2024
Dopo una lunga seduta, interrotta alle 2 di questa notte, riprenderà alle 12 l’esame della manovra in Commissione Bilancio alla Camera. I lavori sono stati in stallo a lungo, con diverse interruzioni. Si attende ancora una seconda parte degli emendamenti del governo, tra cui quello annunciato dal ministro Giorgetti sull’Ires premiale per le imprese che investono una parte degli utili e assumono. Alle 12 di oggi è convocata un ufficio di presidenza, a seguire la riunione della Commissione.
Le opposizioni contestano il metodo e il merito: hanno chiesto che le proposte di modifica del governo non siano contenute in un unico maxiemendamento ma spacchettate per materia, e contestato l’assenza delle relazioni tecniche negli emendamenti dei relatori, tra cui la correzione di tabelle sui tagli ai ministeri. Ieri è stato presentato dal governo un primo pacchetto di 5 emendamenti, con la limitazione del fondo di garanzia per i mutui prima casa e procedure semplificate per il piano di incentivi alla imprese Transizione 5.0. In serata i relatori hanno depositato 18 emendamenti, tra cui l’aumento per l’adeguamento all’inflazione delle tariffe autostradali dell’1,8% e l’equiparazione dei compensi dei ministri non eletti a quello dei colleghi parlamentari.
Tutti i dettagli
Dall’incremento delle tariffe autostradali a quello di 50 centesimi dei voli extra Ue, fino all’aumento agli stipendi dei ministri non parlamentari e a quella che era stata definita norma anti-Renzi, sul divieto di compensi da Stati esteri, che rispunta in extremis. Cambia ancora la Manovra, e si riaccende lo scontro parlamentare, con il rischio che si allunghino ancora i tempi.
Il ministro Giorgetti conferma l’obiettivo di chiudere “nel weekend il confronto in Parlamento” per portare la Manovra in Aula lunedì. Ma i lavori in commissione vanno avanti a rilento. Il governo ha depositato cinque emendamenti ma mancano ancora dei tasselli, tra cui l’atteso intervento sull’Ires premiale da 400 milioni, confermato ieri dal titolare dell’Economia. E altri interventi, come lo sblocco del turn over per forze dell’ordine ed enti locali e l’aumento del tetto di reddito per la flat tax, che potrebbero arrivare con riformulazioni di emendamenti parlamentari. Tra le norme attese, anche l’ipotizzato prelievo sulle scommesse online da destinare agli impianti sportivi. “Ci sarà”, ha confermato il sottosegretario al Mef Federico Freni, “non so se finalizzato o meno ma ci sarà”. Arriva, con un emendamento del governo, a beneficio di Comuni o Province, un aumento dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco di 50 centesimi per i voli extra Ue negli scali più trafficati. Nell’anno del Giubileo, la mini-tassa che partirà dal primo aprile, secondo quanto previsto nella relazione tecnica, porterà 5,33 milioni, mentre a regime la stima è di 8 milioni. Inoltre, cambia l’accesso al credito per chi prova ad acquistare la prima casa con la garanzia statale del Fondo prima casa, concessa non più “prioritariamente” ma “esclusivamente” alle giovani coppie o genitori single con figli minori, e a giovani che non hanno compiuto 36 anni.
In attesa dello sconto Ires, per le imprese arriva l’estensione e semplificazione per Transizione 5.0, il piano di agevolazioni per la trasformazione digitale ed energetica delle imprese. Sono quattro, sottolinea il ministro Adolfo Urso, “le modifiche sostanziali sulle quali abbiamo ottenuto il consenso preventivo della Commissione Europea: sono semplificate le procedure di calcolo dei consumi energetici; è prevista la possibilità di cumulo con altri incentivi nazionali ed europei; è inclusa una maggiorazione per i pannelli fotovoltaici realizzati in Europa ed è definita un’aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni. Un forte impulso al sostegno degli investimenti delle imprese sull’innovazione green”.
Il centrosinistra va all’attacco sull’ipotesi di aumentare lo stipendio dei ministri non eletti, equiparandolo a quello dei colleghi parlamentari. L’ipotesi che si è rincorsa per tutto il giorno tra le polemiche, viene confermata in uno dei 18 emendamenti dei relatori arrivati a sera. Ai ministri non parlamentari “è corrisposto il trattamento economico complessivo” dei colleghi parlamentari. Oltre all’indennità (già uguale per tutti), lo stipendio prevederà anche le altre voce come la diaria. Nello stesso emendamento è previsto anche lo stop ai compensi da Stati extra-Ue per ministri e parlamentari, che dovranno versare tali guadagni allo Stato. “L’emendamento proposto contro Matteo Renzi, dal vago sapore sovietico, – contesta Iv – è il segno di una aggressione ad personam”.
Niente da fare, invece, per il taglio dell’Irpef sul ceto medio. Chiusa la seconda finestra per il concordato, appare lontano l’obiettivo di 2,5 miliardi che il governo aveva prefissato di destinare alla riduzione di due punti della seconda aliquota, dal 35 al 33%. L’ipotesi, spiega a LaPresse Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, è che la percentuale definitiva di adesioni al concordato si attesti in totale tra il 14% e il 18%, che significa non più 750mila soggetti economici. Di questi, 522mila – circa il 12% dei potenziali destinatari della proposta – hanno aderito entro fine ottobre.
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www.lapresse.it è stato pubblicato il 2024-12-14 08:05:08 da LaPresse
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