Nola – Dubbi sul bilancio riequilibrato, Consiglio a rischio scioglimento? – Videonola

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Ancora fibrillazioni per la vita politica cittadina a Nola. Con i malumori della maggioranza che ancora stentano a diradarsi, un nuovo dilemma squarcia all’improvviso il silenzio che sembra essere piombato sulla crisi: il Consiglio comunale di Nola è a rischio scioglimento, o addirittura essere già decaduto? 

La domanda nasce dalla mancata approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato per il triennio 2020/2022. In una lettera fatta pervenire sulla scrivania della Segretaria comunale, Enza Fontana, il Prefetto di Napoli, Marco Valentini, chiede lumi sulle motivazioni che hanno portato alla mancata ratifica del bilancio e all’inosservanza delle prescrizioni del Ministero dell’Interno nella doppia seduta di consiglio del 18 e 19 marzo scorso. Per la Prefettura, il Comune di Nola sarebbe stato tenuto a votare l’ipotesi di bilancio entro 30 giorni dall’approvazione del Ministero, ratificata il 4 febbraio 2021. Termine trascorso ormai da tempo, tema sul quale il Consiglio comunale non si è ancora oggi espresso.

Un documento che ha allarmato l’intero consiglio, con i capigruppo che già si erano dati appuntamento per lunedì 29 in sede di conferenza per fissare la data del nuovo consiglio comunale. 

Il Prefetto così da il là ad un domino di dubbi: la doppia seduta di Consiglio è valida? E dato che il bilancio riequilibrato non è stato votato, la comunicazione è da intendersi come diffida o il Consiglio sarebbe ormai da ritenersi sciolto? Dubbi a cui nessuno sarebbe riuscito a dare risposte certe. 

Il nocciolo della questione ruoterebbe attorno la seconda convocazione di consiglio del 19 marzo, dove erano presenti il Presidente, Salvatore Notaro, la segretaria Fontana e i soli 10 consiglieri di opposizione.

11 dunque i presenti, un numero che avrebbe validato in teoria la seduta, che necessitava soltanto di un terzo dei consiglieri, 8, per aprire la discussione. A mancare sarebbe l’approvazione o la bocciatura del bilancio riequilibrato, impossibile da ratificare secondo il regolamento comunale perchè il bilancio resterebbe un documento sul quale dovrebbe esprimersi la maggioranza, 13 consiglieri, dell’assise. 

Ma in seconda convocazione il quorum sarebbe fissato più in basso, e la non votazione potrebbe aver decretato, appunto, l’inosservanza delle prescrizioni ministeriali, che porterebbero nella peggiore delle ipotesi allo scioglimento del Consiglio Comunale. 

Lo stesso presidente Notaro, su sollecitazione dei capigruppo, avrebbe chiesto delucidazioni alla Prefettura sul come procedere, essendo reale il timore di produrre atti di fatto illegittimi. Allo stesso tempo il sindaco Gaetano Minieri avrebbe chiesto di fissare il prima possibile la nuova data per la celebrazione del Consiglio e discutere finalmente il bilancio, al netto della crisi di governo.

Impossibile, allo stato attuale, decifrare con compiutezza il quadro della situazione. Sul finire della missiva, Valentini chiude paventando, in forza di legge, finanche la trasmissione degli atti all’Autorità Giudiziaria, che potrebbe essere incaricata di individuare eventuali responsabilità, anche erariali, in capo al consiglio comunale.

In attesa di sviluppi, a sconcertare resta la grossolana sottovalutazione della questione da parte dell’intera maggioranza. Il bilancio con le stimmate del riequilibrio rappresenta la chiusura del percorso di dissesto, atto fortemente voluto dall’amministrazione Minieri. Con la sua dichiarazione, la maggioranza si è assunta la responsabilità di una forte decisione politica, tracciando una discontinuità netta nella gestione della cosa pubblica rispetto al passato. Disattendere alla votazione a causa di cicliche lotte intestine sarebbe stucchevole, oltre che aggravante agli occhi della città, alla quale il dissesto ha presentato il conto con tributi e pressione fiscale alle stelle. 

La segretaria Fontana avrebbe già relazionato quanto accaduto alla Prefettura. Ora non resta che attendere la risposta di Valentini.



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