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29 giugno, questa la data che l’odierna assemblea dei capigruppo consiliari ha scelto per discutere definitivamente del permesso di costruire in deroga la nuova sede dell’Università Parthenope a Nola.
Una sessione di consiglio comunale monotematica, dove la politica cittadina sarà chiamata a dirimere una questione divenuta sempre più ingarbugliata con il passar dei mesi. Prima il tira e molla tra l’ufficio tecnico dell’Ente di Piazza Duomo, che in un primo momento sembrò voler accogliere il permesso di costruire della VIM, società incaricata della costruzione, per poi rigettarlo, poi la scelta da parte della Giunta comunale di incaricare il consiglio comunale della decisione finale sulla questione, con l’ipotesi di concessione di un permesso in deroga agli standard urbanistici esistenti in città. Di mezzo, i tentativi di colloquio triangolare con Comune e Università che associazioni e Movimento Per Nola hanno provato a metter su, per provare a cogliere l’occasione data dal ritorno della “Parthenope” per ravvivare il centro storico e riqualificare così i grandi plessi cittadini come la Caserma Battisti.
Tanti gli incontri, molto il parlare, il 29 giugno sarà il momento dei fatti. Nel frattempo, era fissata per oggi la riunione del CdA della “Parthenope”, il quale ha deciso per il momento di non ratificare le decisioni del Senato accademico, che lunedì aveva votato favorevolmente per la rescissione contrattuale con la VIM.
La querelle, comunque vada, non si estinguerà certamente martedì prossimo. Qualora arrivasse il via libera da parte del civico consesso bruniano, ogni determinazione del consiglio comunale verrà probabilmente impugnata dai terzi controinteressati, associazioni in primis. La bocciatura della proposta di deroga, invece, potrebbe mettere la parola fine all’operazione di rientro della “Parthenope” in città, per lo meno dal punto di vista dell’Ateneo partenopeo, pronto ad esplorare altre soluzioni sul territorio dell’area nolana.
Non resta che attendere per capire le determinazioni della politica bruniana, che deve interrogarsi sul valore di un’opera che, senza giri di parole, è stata definita strategica per il rilancio della città dalla totalità dei consiglieri nel consiglio comunale dell’11 gennaio scorso. Ora non resta che capire se l’interesse collettivo che genererebbe il ritorno dell’Università in città porti maggiori benefici rispetto la costruzione in un’area non propriamente aderente agli standard urbanistici vigenti in città. Una risposta non semplice, ma che gli amministratori sono chiamati a dare per rispondere alla pretesa di rilancio di un’intera città.
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