— Giovedì 15 luglio 2021 – 18:10
Terza udienza del processo in Corte d’Assise, presieduta dal giudice Francesco Mancini, per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Questa volta, mamma Lucia non c’è. Le è stato sconsigliato di essere in aula nel tribunale di Frosinone, dove sono state proiettate le immagini relative all’autopsia del suo giovanissimo figlio, pestato a sangue il 6 settembre 2020 a Colleferro. Sul banco dei testimoni, infatti, oltre ad un ragazzo che era presente quella notte, è salito anche il medico legale, il prof. Saverio Potenza. E proprio a lui è stato chiesto di spiegare l’entità dei colpi ricevuti da Willy e quali siano stati letali per il giovane che con i suoi amici aveva raggiunto, da Paliano, il comune in provincia di Roma.
I colpi ricevuti, anche alle spalle, sono stati micidiali. I pugni hanno procurato lesioni al volto, ma sono stati sferrati anche calci ed uno in particolare ha danneggiato polmoni e cuore. Ed anche un altro alla carotide. Tutti potenzialmente letali, come ha spiegato in aula il cattedratico. Tutto viene ascoltato in diretta dai quattro imputati, tre dei quali sono in videoconferenza dal carcere (i fratelli Gabriele e Marco Bianchi e Mario Pincarelli) mentre in aula c’è Francesco Belleggia, agli arresti domiciliari.
Quando sono stati ascoltati i primi testimoni tra i ragazzi presenti quella notte, emerge tutta la futilità e l’aggressività di un delitto nato da un bacio lanciato da Pincarelli ad una ragazza della comitiva. Il fidanzato della giovane va a discutere, c’è uno scambio verbale acceso ma poi sembra tutto rientrare. In realtà non sarà così. E quando Willy vedrà un suo amico in difficoltà, cercherà di intercedere. Massacrato a calci e pugni.
Redazione L’Inchiesta Quotidiano