Punto di situazione con l’obiettivo di rendere di nuovo fruibili le zone attualmente interdette
Sicurezza, tutela e fruizione delle aree attualmente interdette nel sito archeologico di Tharros (Oristano): questi i temi all’ordine del giorno della riunione presieduta questa mattina nella prefettura di Oristano dal prefetto Salvatore Angieri con l’obiettivo di trovare soluzioni tecniche per consentire l’accesso al pubblico preservando i luoghi dell’antica città, fondata probabilmente alla fine dell’VIII secolo avanti Cristo, situata all’estremità meridionale della Penisola del Sinis.
«L’area archeologica di Tharros rappresenta un patrimonio culturale inestimabile. È necessario individuare delle soluzioni progettuali per garantire l’accesso alle aree interdette, salvaguardando l’integrità e promuovendo la fruizione da parte del pubblico», ha ribadito il prefetto durante l’incontro al quale hanno partecipato la soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e del Sud Sardegna, il sindaco di Cabras, il presidente della Fondazione Mont’e Prama e il comandante provinciale dei Vigili del fuoco.
La fondazione si è impegnata a reperire finanziamenti per il recupero e la valorizzazione dell’area, sulla base di un progetto tecnico predisposto dalla soprintendenza, mentre il sindaco di Cabras ha proposto di mettere a punto un documento d’indirizzo condiviso tra comune, soprintendenza e fondazione che preveda il cronoprogramma degli interventi da realizzare e la specifica identificazione catastale.
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