PALERMO – I giudici della seconda sezione del Tar di Palermo, presieduti da Federica Cabrini, hanno accolto il ricorso presentato da Filippo Rizzo e annullato il parere della Soprintendenza che aveva stabilito che la sua abitazione era stata realizzata in area vincolata.
Secondo i tecnici del dipartimento beni culturali l’immobile, realizzato tra il 2004 e il 2006 nel comune di Santo Stefano di Quisquina, sarebbe stato edificato all’interno della fascia di rispetto di 150 metri dal fiume Magazzolo in assenza di una preventiva autorizzazione da parte della stessa Soprintendenza.
Il proprietario dell’abitazione, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino, Vincenzo Airò e Mario La Loggia ha dimostrato che il corso d’acqua in prossimità del fabbricato non era il fiume Magazzolo, ma un corso d’acqua minore, senza alcuna denominazione, non inserito nell’elenco dei fiumi, torrenti o corsi d’acqua iscritti in appositi elenchi.
I giudici hanno disposto la verifica, che ha confermato che si trattava di un canale artificiale interamente coperto e privo di qualsiasi valenza paesaggistica. I giudici hanno annullato il parere della soprintendenza e legittimato la realizzazione dell’immobile.
livesicilia.it è stato pubblicato il 2023-12-23 16:03:31 da Redazione
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