Parchi Off Shore, anche Crotone dice no

Anche Crotone, nella giornata di oggi, ha alzato la voce in piazza, aderendo tramite una raccolta firme all’Iniziativa in vari punti della costa jonica calabrese in segno di protesta per i nuovi progetti di parchi offshore nel mare.

La manifestazione ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, organizzazioni ambientaliste e rappresentanti delle istituzioni locali. I promotori dell’evento hanno sottolineato i potenziali rischi ambientali e economici legati alla costruzione dei parchi offshore, evidenziando l’importanza di salvaguardare la biodiversità marina e le attività tradizionali di pesca.

Durante la protesta, sono stati esposti striscioni e cartelli con slogan che richiedevano una maggiore trasparenza e coinvolgimento delle comunità locali nelle decisioni riguardanti il loro territorio. Alcuni interventi hanno anche messo in luce possibili alternative sostenibili per la produzione di energia, come l’adozione di tecnologie rinnovabili a basso impatto ambientale.
In sintesi, la mobilitazione “Un tuffo contro le pale” ha rappresentato un importante momento di consapevolezza e di impegno collettivo per la difesa dell’ambiente calabrese, dimostrando come la collaborazione tra cittadini e associazioni possa fare la differenza nella protezione del nostro pianeta.

Stamattina anche Crotone ha alzato la voce in piazza, aderendo tramite una raccolta firme all’Iniziativa in vari punti della costa jonica calabrese in segno di protesta per i nuovi progetti di parchi offshore nel mare.

La raccolta firme a Crotone si è tenuta con l’installazione di un gazebo sul lungomare di Crotone: “Siamo profondamente preoccupati per l’avanzata di installazioni di pale eoliche e pannelli fotovoltaici, spesso realizzate senza una pianificazione adeguata e il dovuto rispetto per l’ambiente – ha dichiarato l’Arci di Filippo Sestito – Questi progetti rappresentano un grave pericolo per i nostri boschi, terreni agricoli e acque marine. Non possiamo accettare che la promessa di un’energia “green” si traduca in un’aggressione ai nostri ecosistemi. Vogliamo territori vivibili e ci opponiamo fermamente alla monocoltura energetica e a ogni forma di scempio dei beni comuni”.