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di Marcello Paris
PISTOIA – Il Giorno del Ricordo è stato celebrato davanti al Cippo di piazza Garibaldi posto in ricordo delle vittime delle foibe a cura del Comune e del Cudir. Una ricorrenza istituita ventuno anni fa che, a partire dal Capo dello Stato, viene ricordata in tutta Italia.
Come consueto erano presenti tutti i gonfaloni delle associazioni dei combattenti, del comune della provincia e dell’Anpi a dimostrazione di un sentimento condiviso per la grande tragedia delle Foibe e del massiccio esodo dalle terre dalmate e giuliane prima e dopo la divisione di quei territori fra Italia e Jugoslavia.
La corona d’alloro sul cippo è stata depositata dal sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, il consigliere provinciale Gabriele Giacomelli e dal vice prefetto Roberto Caiati.
Per ricordare vittime e fatti sono state chiamate due studentesse dell’Istituto Scuola Mantellate, Benedetta Del Carlo e Sara Sbaragli il presidente del Comitato 10 febbraio Giovanni Tancredi Brilli i quali hanno letto alcune riflessioni di denuncia su quel triste e delittuoso evento che provocò decine di migliaia di vittime e milioni di esodati. Ricordata anche la brutale uccisione della giovane Norma Crosetto, seviziata e stuprata prima di essere gettata in una Foiba. Il presidente Brilli ha sottolineato l’importanza che nelle scuole si studino anche questa pagine di storia affinché la memoria non sia perduta.

La parola conclusiva è stata del sindaco Tomasi il quale ha ricordato le difficoltà e le resistenze incontrate per arrivare ad istituire per legge, nel 2004, il Giorno del Ricordo, una battaglia spesso combattuta da alcuni in solitudine ma alla fine è diventata legge dello Stato. Una nuova sensibilità che passa attraverso le istituzioni ma anche nei mass media. Poi una riflessione su ciò che è successo in questi giorni alla foiba di Basovizza imbratta con scritte ignominiose.
E non è stato l’unico luogo dove sono stati commessi atti vandalici simili. Poi ha posto l’accento sul tentativo di alcuni storici, o presunti tali, che tendono a minimizzare quel momento e quei fatti storici giustificando i partigiani di Tito che inseguivano ben altro che la libertà. La ricerca storica è un bene per tutti ma ciò che non è sopportabile, ha detto Tomasi, è quando si afferma :”se la sono cercata” perché aderivano a quel regime fascista quando la verità è che sono stati trucidati bambini donne e uomini di varie etnie, la stessa Cossetto, che niente avevano a che fare con l’ideologia o l’appartenenza politica.
Questo sentimento, ha concluso il sindaco, deve essere compreso dalle nuove generazioni. Ed è per questo che siamo qui con tutte le istituzioni, con una decisione unanime del Cudir, il Comitato di Pistoia 10 febbraio. Un segnale importante della nostra Comunità con una riflessione ulteriore sugli esuli: un’altra vicenda da approfondire anche a Pistoia che ospitò molti di quegli esuli.
www.reportpistoia.com è stato pubblicato il 2025-02-10 14:24:30 da Marcello Paris

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