[ad_1]
calciomercato
10 luglio 2021 – 10:50
Il francese: «Ho dato tutto. Ci poteva essere la sensazione che mancasse il rispetto nei confronti del mio impegno»
di Redazione Corriere Fiorentino
«L’addio dalla Fiorentina non è stato facile. Io sono una persona vera, ho dato veramente tutto, com’è nella mia mentalità. Per tre o quattro settimane nessuno mi ha chiamato, ci poteva essere la sensazione che mancasse il rispetto nei confronti del mio impegno. Mi è sembrato che questi due anni in cui ho dato tutto non siano stati riconosciuti». Lo ha detto Franck Ribery in collegamento con la trasmissione «A tutto gol» di Toscana Tv rispondendo alle domande della conduttrice Greta Beccaglia, di Sandro Bennucci, direttore di Firenze Post, Riccardo Galli, cronista de La Nazione, e di Tommaso Mattei giornalista Mediaset.
«Vorrei rimanere in Italia»
Il campione, che ancora non ha deciso che cosa farà nella prossima stagione: «Ho pensato veramente di continuare a Firenze, non ho mai criticato la società e ho bei ricordi. Vorrei rimanere in Italia, mi piacerebbe restare in questo campionato. Due anni con la Fiorentina per me sono stati una bella esperienza, hanno significato tanto. Non sono stati due anni facili, ma ho conosciuto una bella città e tante belle persone. Ho dato il massimo per la squadra e per i tifosi. Peccato, avrei voluto continuare un altro anno ma la vita e il calcio sono così. Sono sempre stato a disposizione, anche nei momenti più duri».
«Vlahovic un fratello minore»
«Sono sempre stato a disposizione di tutti, ho fatto il massimo di quello che potevo in due anni molto difficili. Ero venuto a Firenze affascinato dalla città e dal nome glorioso della Fiorentina. Dusan Vlahovic è stato come un fratello piccolo, gli ho sempre parlato perché ha un potenziale veramente grande, ma deve ancora capire tante cose. Nell’ultimo anno è cambiato, ha imparato. Negli ultimi mesi ho apprezzato le sue giocate e i suoi gol. Sono contento, perchè è un giovane che ascolta». Sui tifosi, Ribery ha affermato: «Sono triste perchè per un anno abbiamo giocato con lo stadio vuoto. Per me è stato un po’ difficile a livello di motivazioni, giocare senza pubblico. I giornalisti? Ho sempre avuto un buon rapporto con loro: in Germania e in Italia. In Francia era un po’ diverso. Ma non mi sono mai lamentato». Infine un fervorino per Kokorin: «E’ un giocatore importante, ha bisogno di tempo. La finale di Euro 2020? Tiferò per l’Italia». Non una parola sulla società, su Commisso, su Barone e su Pradè.
10 luglio 2021 | 10:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA
[ad_2]
Source link