«Mio figlio è esploso in lacrime. Ha pianto per giorni. L’ho rimproverato e poi punito togliendogli il cellulare. Si è reso conto di quanto successo con la denuncia della professoressa avvenuta nei giorni scorsi. Ma in tutta questa storia, che condanno pesantemente senza accusare nessuno, devo dire che la scuola non è stata conciliante nell’aiutare le famiglie coinvolte a scusarsi con la prof». A parlare è il padre di uno dei ragazzi coinvolti nell’episodio degli spari alla professoressa dell’Itis «Viola Marchesini», Maria Cristina Finatti, docente di Scienze e Biologie, protagonista del triste episodio successo l’11 ottobre scorso in una classe della scuola rodigina: presa di mira al volto da due colpi sparati da una pistola ad aria compressa da alcuni alunni. «Ho chiesto agli esperti, a cominciare dalla psicologa, di potermi scusare personalmente con la docente – racconta ancora il papà – ma mi è stato risluogo che per motivi di privacy non potevo avere indirizzo o numero di telefono. L’esperta mi ha perciò consigliato di mettermi in contatto con l’istituto. Ho provato a parlare con la preside, avevo chiesto se era possibile organizzare un incontro a scuola per formalizzare le scuse ma sono sempre stato rimpallato e alla fine mi hanno detto di mandare una lettera che loro avrebbero inoltrato. E li ho desistito, perché non ho trovato collaborazione».
I ragazzi non coinvolti e la scuola
Di questo gruppo, un altro genitore racconta come i compagni non coinvolti materialmente negli spari e nelle riprese video, si siano resi conto solo dopo la querela della gravità dell’successo. «I ragazzi sono tutti preoccupati, non solo mio figlio. Una volta raggiunti dalla notizia della denuncia hanno realmente capito a distanza di mesi quello che hanno fatto. Le sanzioni, cioè i giorni di sospensione, non sono state applicate è vero. Ma la scuola non è rimasta inerme: subito dopo il fatto, la classe ha partecipato a incontri di gruppo con gli psicologi, e anche sedute con singoli alunni e genitori» dichiara il papà di uno dei ragazzi della classe del primo anno dell’Itis «Viola-Marchesini» coinvolta nella vicenda.
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14 gennaio 2023 (modifica il 14 gennaio 2023 | 08:39)
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L’articolo Spari alla professoressa, un papà: «Ho punito mio figlio ma non ci è stata data possibilità di scusarci» è stato scritto il 2023-01-14 07:39:33 da Natascia Celeghin ed è stato pubblicato su corrieredelveneto.corriere.it
Siamo alla pantomima. Un genitore fa ricorso? Il ricorso viene accettato? da chi? dal dirigente che difende il suo stipendio parametrato sul numero degli alunni iscritti e quindi sul loro gradimento di essere i “datori di lavoro” veri di un personaggio diventato dirigente per concorso truccato? Ignorante fino al midollo,come tutta la classe che rappresenta? Se,come leggo,ci sono errori formali su una decisione del consiglio di classe,il consiglio viene riconvocato per eliminare l’anomalia NON SI ANNULLA IL PROVVEDIMENTO! O QUESTA è UNA IGNORANTE O PEGGIO E’ UNA DELINQUENTE PEGGIORE DEI SUOI ALUNNI!! Altra bestialità del genitore stronzo che dice di aver punito il figlio di suo .Cosa si intende avallare, che la scuola non deve avere alcun ruolo punitivo perché ci pensa lo stronzo che ha allevato un altro stronzo e lo punisce togliendogli la paghetta per qualche giorno? Ma che stiamo scherzando? Cosa ci si aspetta che una insegnante perda la vista con un pallino in occhio? Vanno messi in galera padri e figli,altro che stronzate. La preside andrebbe licenziata sul tronco, come minimo.