— Martedì 20 luglio 2021 – 12:31
E’ stato siglato l’accordo in Carrozzeria a Mirafiori per l’uscita incentivata di 160 addetti, dopo quello della settimana scorsa per i 100 della Maserati di Grugliasco. Lo ha fatto sapere la Fiom-Cgil di Torino, spiegando che, dopo questo accordo con Stellantis, nei prossimi giorni si apriranno le procedure di incentivazione all’esodo anche alle Meccaniche, alle Presse e alla Costruzione Stampi (tutti settori all’interno di Mirafiori), cosi’ come alla Teksid di Carmagnola e alla ex Tea di Grugliasco (fanno sempre parte del gruppo Stellantis). A inizio settembre sara’ inoltre perfezionato e firmato l’accordo per gli impiegati degli Enti Centrali (contratto di espansione che prevede 350 uscite e un centinaio di ingressi).
“In questo modo arriveremo a un totale di circa 800 addetti che usciranno dall’ex gruppo Fiat, praticamente tutti nel torinese”, fa sapere il sindacato. Si tratta di “esodi incentivati finalizzati all’accompagnamento alla pensione, ma cio’ non toglie che siamo di fronte alla perdita di ulteriori posti di lavoro” ed “e’ come se avesse chiuso improvvisamente una fabbrica di medie dimensioni in un territorio che in questi anni ha solo visto cessazioni di attivita’ e perdita occupazionale”, hanno detto Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil di Torino, e Ugo Bolognesi, responsabile di Mirafiori per la Fiom, sottolineando che “Stellantis sta replicando in Italia l’operazione che ha fatto in Germania quando Psa ha acquisito la Opel e ha tagliato un terzo dei posti di lavoro”.
Questo ridimensionamento, seppur gestito con gli accordi sindacali, “fa bruciare ancora piu’ forte la ferita di non aver assegnato a Mirafiori la gigafactory di batterie che avrebbe rappresentato un futuro certo per i lavoratori del gruppo e per la filiera automotive nel suo complesso”, hanno detto, sottolineando che “a questo punto serviranno nuovi ammortizzatori sociali, soprattutto per l’indotto, strumenti di sostegno al reddito conservativi del posto di lavoro per evitare a cascata licenziamenti secchi” causati dal ridimensionamento e dalla riorganizzazione in atto. “Bisogna pero’ avere la consapevolezza che non possiamo gestire questa fase solo con gli incentivi e la cassa integrazione, perche’ sarebbe semplicemente l’accompagnamento del declino”, hanno detto Lazzi e Bolognesi.
Redazione L’Inchiesta Quotidiano