Vittima estranea crimine, ieri presunto killer assolto a Napoli
(ANSA) – NAPOLI, 17 LUG – “Rivolgiamo un ringraziamento alla
Procura, per l’impegno profuso in questi anni, ma il processo è
finito e noi ancora non sappiamo, dopo tutto questo tempo chi ha
ucciso il nostro Antonio. Rivolgiamo un appello a chiunque
sappia qualcosa, anche a chi appartiene alla camorra: per
favore, diteci chi è stato, anche in forma anonima”. E’ un
delitto che per ora rimane impunito quello di Antonio Bottone,
ucciso per errore a Napoli in un agguato di stampo camorristico
scattato nell’ambito di una faida tra clan una sera d’autunno,
dinanzi a una “cornetteria” dei Colli Aminei ma soprattutto
davanti a un ragazzino di 12 anni miracolosamente rimasto
illeso. La famiglia, il padre Luigi, la mamma e le tre sorelle
del giovane, spinti dal desiderio di verità rivolgono ora un
appello anche a chi, a differenza di Antonio, ha scelto una
strada sbagliata.
Ieri, con l’assoluzione del presunto killer, il processo
celebrato con il rito abbreviato si è concluso senza che i
familiari potessero sapere chi, la sera di quel tragico 6
novembre 2016, ha premuto il grilletto strappando alla vita un
giovane che con la malavita non aveva nulla a che fare.
La sua unica colpa fu quella di continuare ad essere l’amico del
vero obiettivo di quell’agguato, Daniele Pandolfi, ritenuto
dalla DDA legato alla famiglia malavitosa dei Vastarella, rivale
del clan Sequino, rimasto ferito nel raid e poi diventato
collaboratore di giustizia. Sono state proprio le sue
dichiarazioni, approssimative, secondo l’avvocato della famiglia
Sergio Pisani, a rendere complicato il lavoro degli inquirenti e
del giudice.
Propalazioni che non hanno contribuito a fare luce sulla
vicenda, anzi, e il giudice ieri ha quindi ritenuto di non
accogliere la richiesta di ergastolo formulata dal pm il quale
paventa la possibilità del ricorso in appello dopo avere
appreso, tra 90 giorni, le motivazioni alla base della decisione
dell’Autorità Giudiziaria. (ANSA).
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