Maria Laura AntonelliMaria Laura Antonelli / AGF
“Green pass, certificato di guarigione o tampone negativo ripetuto. Per docenti e personale scolastico questa è l’unica strada: non può esserci nemmeno un ragazzo contagiato dal proprio insegnante”. Nella settimana del cdm che deciderà le contromisure al dilagare della variante Delta, Sandra Zampa – ex sottosegretario alla Salute, oggi responsabile Salute Dem e consigliera del ministro Speranza – mette l’accento sulla scuola. E avvisa: “Si valuti l’ipotesi di considerare l’immunizzazione dal covid come una componente del contratto per settori fortemente a contatto con il pubblico come scuola e sanità”.
A settembre ricomincia la scuola, e tra variante Delta, problema irrisolto del trasporto pubblico e buchi nella campagna vaccinale, i genitori tremano.
Sono certa che questo governo ha presente con chiarezza che per nessuna ragione ai nostri ragazzi potrà essere riproposto un esperimento che ha mostrato tutti i suoi limiti, documentati anche dagli ultimi Invalsi, e che si giustifica solo in casi di estrema emergenza come è avvenuto nei due anni scorsi. Non si può per nessun motivo tornare a parlare di Dad.
Eppure, in ambito scolastico se ne riparla. Come evitarla?
Anzitutto serve un pronunciamento chiaro del Cts sulle questioni tecniche come mascherine, distanziamento, circolazione dell’aria. Bisogna dare certezze ai dirigenti scolastici per spendere bene i soldi. Solo parole chiare da parte degli esperti potranno fare sì che in nessun angolo del Paese ci si permetta di riproporre la Dad agli studenti.
Si riferisce alla Campania di De Luca?
Mi riferisco a tutti i territori italiani. Deve essere chiaro a tutti che le conseguenze psicologiche e fisiche sono state fortissime.
C’è però un tema intorno a cui non si può girare: senza immunizzazione, il rischio di focolai nelle classi resta alto. Il ministro Bianchi ha detto che nel cdm di questa settimana il governo deciderà sulla vaccinazione obbligatoria agli insegnanti. Lei come la pensa?
Esiste, per i bambini che si iscrivono alle primarie, un obbligo vaccinale contro alcune malattie a tutela della collettività. Credo che sia giusto chiedere un gesto di responsabilità anche ai docenti e al personale scolastico per quanto riguarda il covid: si può adottare il Green Pass, o presentare il certificato di guarigione avvenuta, o il risultato di un tampone negativo. Se ci sono dubbi, il governo ascolti le domande e rassicuri. Se gli insegnanti preferiscono tamponarsi ogni tre giorni, va bene. Alla fine, però, la strada è quella: il prezzo non possono pagarlo bambini e ragazzi.
C’è chi, come Salvini, ritiene che i ragazzi si contagino in modo lieve e che non sia giusto inseguirli “con la siringa in mano”.
Non è vero che giovani e giovanissimi non corrano rischi: basta che in classe ci sia un diabetico, un cardiopatico, un immunodepresso… Purtroppo anche i bambini conoscono le malattie. Ed è inconcepibile che un solo bambino possa essere contagiato da uno dei suoi insegnanti che ha scelto di non immunizzarsi. Si valuti anche l’ipotesi che il certificato vaccinale sia condizione per la stipula di contratti in alcuni settori a contatto continuo con il pubblico come la scuola e la sanità.
Insomma, essere vaccinati come condizione per avere una cattedra in una classe. Invece, il dibattito di questi giorni è centrato su vacanze, bar e ristoranti, discoteche. Le sembra che il governo stia trascurando la scuola?
No, al contrario. Mi aspetto da Draghi un assist straordinario per la scuola italiana. L’ho sentito più volte nelle sue parole, ed è il momento di passare ai fatti. Non ci si può concentrare sulle attività economiche dimenticando che la scuola è il motore per le competenze e per la formazione della società del futuro. Non possiamo lamentarci dei cervelli in fuga se poi deludiamo continuamente i loro bisogni.
Ci sono, secondo le stime, circa 200mila docenti ancora non vaccinati. Cosa direbbe loro per convincerli?
Che mi fido del loro senso di responsabilità e mi aspetto che diano il buon esempio. Mai come adesso il nostro futuro dipende da noi: senza vaccino non usciremo dalle restrizioni e dalla pandemia. Vale anche per i politici: Meloni e Salvini mostrino pubblicamente che si vaccinano se vogliono aiutare il loro Paese, come ripetono.