Ex Call and Call: la politica si muove, l’appello dei sindacati: “Serve l’aiuto di tutti”


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Tanti dubbi ancora per i dipendenti di call center Cds, ex Call and Call e nessuna risposta dai vertici aziendali, nonostante la lettera dello sfratto esecutivo sia già partita, confermata da un incontro in prefettura al quale hanno partecipato i sindacati che si sono confrontati con il Tribunale di Monza e la responsabile delle risorse umane e rapporti sindacali. Restano dunque appese a un filo le sorti dei 210 lavoratori che restano dentro all’azienda, mentre un’altra decina ha deciso di andarsene. C’è però l’intento da parte della politica di fare squadra e cercare di coinvolgere a tutti i livelli le istituzioni, anche regionali, per trovare una soluzione perché come emerso nei giorni scorsi: con l’arrivo dello sfratto esecutivo, per l’assenza dei pagamenti dell’affitto, lo stabile delle Pianazze deve essere svuotato di tutto. La commissione Lavoro seguirà il percorso, si farà carico di continuare a contattare i vertici dell’azienda, le istituzioni locali e regionali per portare avanti le istanze dei lavoratori. Allo stesso tempo verrà prodotto un documento, con tutta probabilità una mozione urgente da presentare in consiglio comunale già lunedì affinché la Regione venga coinvolta in tutto il processo. In passato c’erano già stati dei confronti tra i sindacati e i vertici. Questo in breve quanto emerso dalla commissione Lavoro che si è tenuta questo pomeriggio a Palazzo civico nel corso della quale i sindacati di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno aggiornato i commissari sul complesso rapporto con l’azienda anche a seguito dell’ultimo incontro avuto con la prefettura. A illustrare la vicenda sono stati i delegati Tiziana Venelli, Speranza Poleschi e Alessandro D’Ippolito.

Oltre a ripercorre lo storico sugli stipendi e della mancato confronto diretto con l’azienda, fatto salvo i rapporti quasi quotidiani con la responsabile sindacale, a mettere ancora più peso sulla situazione è stato il tema dello sfratto esecutivo riemerso durante l’incontro in prefettura: “La proprietà ci ha confermato dell’esistenza dello sfratto, però non entrando nel dettaglio. E’ stato il Tribunale di Monza invece a specificare che si tratta dell’esecutivo. Questo significa che poi passerà al Tribunale della Spezia e ci potrebbero essere altri 60 giorni. Sta di fatto però che la sede deve essere sgomberata. All’interno di quei locali – hanno sottolineato in più fasi della commissione Venelli Poleschi e D’Ippolito – sono presenti i server della commessa legata a Enel, che conta almeno 115 lavoratori”.

“Nel tempo l’azienda ci aveva rassicurato di una nuova sede in Via Taviani – hanno aggiunto – con ben due contratti di affitto, ma da ulteriori approfondimenti è emerso che in realtà non ci sono. Siamo molto preoccupati perché di risposte non ce ne sono. Ogni volta ci viene detto che verremo aggiornati e questo non accade. Anche se l’azienda ha detto che nei prossimi mesi passeremmo ad un’altra realtà.  A noi non servirebbe nemmeno un capannone, ma uno spazio per i server e tutto supportato dallo smartworking. Noi temiamo che non ci sia la volontà a voler trovare una soluzione”.

Diverse le proposte dei commissari che hanno chiesto anche di coinvolgere il sindaco per i rapporti diretti con Enel affinché si possa trovare uno spazio idoneo. A conti fatti però il dominus resta l’azienda e il suo diretto coinvolgimento. La presidente di commissione Pollina si è fatta carico di inviare una nuova Pec ai vertici aziendali, poi, il resto della commissione lavorerà bipatisan per portare la questione in consiglio comunale e andare avanti.


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www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-02-13 20:37:14 da

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