Operazione “Nemesis”: Arresti e Infiltrazioni Mafiose nel Comune di Casabona


Operazione “Nemesis”: Arresti e Infiltrazioni Mafiose nel Comune di Casabona

Un’indagine della DDA di Catanzaro ha portato all’arresto di dieci persone legate a una cosca mafiosa che controlla le attività locali. Il sindaco e un assessore sono coinvolti in uno scandalo che ha rivelato forti legami tra politica e criminalità. Le accuse includono associazione a delinquere di tipo mafioso e scambio elettorale. Durante la conferenza stampa, il procuratore Capomolla ha evidenziato la collusione tra la cosca e le istituzioni, evidenziando la necessità di una vigilanza continua nella lotta contro la mafia.

Catanzaro – Un’indagine complessa ha rivelato le dinamiche operative di una cosca mafiosa basata su legami familiari e il suo controllo capillare delle attività nel territorio, nonché i rapporti diretti con esponenti istituzionali, tra cui il sindaco, attualmente in carcere, e un assessore agli arresti domiciliari. Lo ha dichiarato Vincenzo Capomolla, procuratore facente funzioni della DDA di Catanzaro, durante una conferenza stampa sull’operazione “Nemesis”. Questa operazione ha portato all’arresto di dieci persone, di cui otto in carcere e due ai domiciliari, con accuse che includono associazione a delinquere di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso e furto aggravato con modalità mafiose, nei comuni di Casabona, Scandale e Strongoli.

Il procuratore ha evidenziato il forte legame tra politica e criminalità, specialmente nel Comune di Casabona, che era stato sciolto in precedenza a causa di infiltrazioni mafiose. Il sindaco eletto dopo il commissariamento avrebbe ottenuto sostegno elettorale dalla ‘ndrina in cambio di favori, come assunzioni e omissioni di controlli da parte degli organi comunali. Prima delle elezioni del 2021, il sindaco Francesco Seminario avrebbe organizzato un ampio bacino di voti tramite la cosca Tallarico, aiutato da altri membri dell’amministrazione, inclusa l’assessore Anselmo De Giacomo.

L’inchiesta, avviata nel 2021, mirava a confermare l’esistenza di una nuova ‘ndrina riconosciuta dal “Crimine di Cirò”. Raffaele Giovinazzo, comandante provinciale dei Carabinieri di Crotone, ha sottolineato come molti amministratori si siano piegati alle richieste della cosca, favorendo i loro interessi a scapito della legalità. Ci sono state segnalazioni di un accordo tra il sindaco e la cosca per ottenere voti in cambio di ritiri di candidati avversari, e il sindaco è stato eletto con il 62% dei voti.

Giovinazzo ha anche parlato di benefici concessi alla cosca, come la creazione di una società di calcestruzzo che ha operato in un’area produttiva, nonostante la scadenza di una convenzione. Inoltre, ha denunciato lo sfruttamento abusivo delle risorse idriche da parte di un’azienda legata alla cosca, che operava senza pagare e senza controlli adeguati​


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