Accusa collega di prendere soldi per corsi di formazione e finisce …




ANCONA – Una pec e la lettura di una memoria difensiva hanno portata una professionista in tribunale, ad affrontare un processo con l’accusa di diffamazione e minacce. Ma per una assistente sociale è arrivata l’assoluzione, venerdì, perché il fatto non sussiste. Per il suo ordine professionale avrebbe percepito compensi nei corsi di formazione, una pratica vietata. Per questo era stata sottoposta ad un procedimento per vagliare la decadenza o meno dal ruolo di consigliera che aveva. Nel corso della seduta, dove si doveva valutare la sua posizione, avrebbe messo in guardia i colleghi in un modo un po’ troppo crudo minacciandoli con questa frase «state attenti a quello che fate se deliberate la mia decadenza ci saranno conseguenze personali e professionali per tutti». L’allusione era per una sua collega, membro dello stesso consiglio dell’ordine degli Assistenti Sociali delle Marche nonché parte del comitato Pari Opportunità della Provincia di Ancona, che secondo lei si era fatta pagare ad un evento formativo a giugno del 2019. Con l’accusa di minacce e diffamazione la donna, 60 anni, residente nel pesarese era finita a processo davanti al giudice Pietro Renna. L’accaduto risaliva al 16 giugno del 2020. 

L’imputata era anche lei nel consiglio dell’ordine degli Assistenti sociali delle Marche. Era in corso una seduta da remoto per decidere o meno se farla decadere, decisione che poi è stata presa a suo sfavore (fu fatta decadere perché i convegni e i seminari utilizzati per la formazione continua non sono pagati ai consiglieri stando al regolamento), quando avrebbe pronunciato quelle parole minacciose. Tramite una posta certificata, che risale invece a maggio, un mese prima circa, la ex consigliera aveva prodotto una memoria scritta dal suo avvocato, dove si era difesa dall’accusa di incompatibilità e nel farlo aveva citato un altro evento formativo a cui aveva partecipato una collega che era stata retribuita. Nella memoria aveva prodotto anche la documentazione. L’organizzazione del seminario della collega sarebbe stato votato all’epoca dal consiglio dell’ordine. In merito alle minacce l’imputata ha sostenuto che aveva solo letto delle osservazioni mandate in precedenza per iscritto e via mail. Per lei si sarebbe commessa una ingiustizia. Dall’accusa del pagamento poi era stata anche prosciolta.


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-10-08 21:00:50 da


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