Albenga, nuove nubi sul futuro dell’Ambra. Mesiano: “Costretti a vendere i cimeli storici per far fronte ai costi”


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Albenga. Teatro Ambra di Albenga, futuro a rischio. Il grido di allarme arriva da Mario Mesiano, direttore del teatro ingauno, che ha spiegato: “Siamo costretti a vendere cimeli storici del Teatro per far fronte ai costi, stiamo valutando la fattibilità della messa in scena delle due rassegne Ambra Rosa e AlbengAteatro”.

Proprio Mesiano ha voluto “rendere pubbliche alcune dichiarazioni spontanee per condividerle con chi ha a cuore le sorti del teatro e con la cittadinanza”. Le riportiamo integralmente di seguito.

“Dopo ben tredici anni di lotte, sacrifici e complicate vicissitudini, con ben poche soddisfazioni, mi ritrovo, obbligatoriamente, a fare una valutazione sullo stato attuale delle cose e sulla ulteriore possibilità del mantenimento in opera del Teatro Ambra di Albenga. Teatro che io ho amato e per il quale ho affrontato e superato delusioni, critiche e anche, a volte, cattiverie gratuite nei miei confronti. Arriva però il momento in cui una persona si deve, obbligatoriamente, interrogare e chiedersi se ne sia valsa la pena, ebbene, se qualcuno mi facesse questa domanda oggi la mia risposta sarebbe sempre e comunque sì, ne è valsa la pena”.

“Si, ma con riserva e con qualche boccone amaro ingoiato e mai digerito. Ad oggi, dopo tutti questi anni, ci troviamo costretti a mettere in vendita alcuni oggetti ed elementi di arredo per cercare di far fronte alle spese di mantenimento in vita del Teatro Ambra, anche a causa di mancati introiti nell’anno 2023 derivanti dall’affidamento ad una società per la vendita dei biglietti della rassegna teatrale che ci ha creato un disavanzo di 14mila euro, denaro incassato e mai riversato nelle nostre mani, ma illegalmente trattenuto dalla società”. 

“Nel novembre del 2023, sulla base di questi 14mila euro che avrebbero dovuto entrare nelle casse del Teatro, abbiamo deciso di organizzare una rassegna autunnale, L’Ambra Rosa, che ci ha dato molte soddisfazioni ed ha ricevuto un grande apprezzamento di pubblico, economicamente però ci ha lasciati con un altro disavanzo di circa 5mila euro che sommati ai 14mila ha creato una somma troppo importante per assicurare il proseguimento in vita del Teatro creandoci non poche difficoltà”.

“Nel corso di questi anni ho faticato, e non poco, per cercare di far capire a chi asserisse di avere a cuore le sorti e la sopravvivenza del Teatro Ambra, i sacrifici, le rinunce, i mal di pancia, le notti insonni e, purtroppo, anche ripercussioni sulla salute stessa, che ho dovuto affrontare e superare per far sì che il tutto funzionasse, mentre nel frattempo spendevo forze ed energie per combattere intoppi, problemi e critiche creati anche da fuoco che, in teoria, avrebbe dovuto essere amico“.

Chi non opera all’interno di un Teatro (non pubblico, ma privato), chi non si occupa della gestione, dell’organizzazione e del mantenimento in vita di una struttura come l’Ambra, difficilmente può capire tutto quello che ciò comporta. Come ribadito più volte, il Teatro Ambra di Albenga deve, o dovrebbe, essere considerato come un bene di interesse culturale generale e di aggregazione per la città, oltre che un punto di riferimento per tutte le associazioni che ne beneficiano e che ritengono il Teatro Ambra degno di essere chiamato tale, che l’Associazione Culturale Teatro Ingaunia debba essere ritenuta un tramite, e non un fruitore, tra la proprietà della struttura e la città di Albenga, un tramite che lo ha gestito facendolo crescere, per ben tredici anni, con amore, passione e sacrificio a titolo puramente benefico, per far sì che tutti potessero trarne vantaggio e beneficio, senza dimenticare la realizzazione dei camerini ed il bagno per disabili, obbiettivo raggiunto dopo ben sessant’anni dal primo tentativo“.

“Invece passo la maggior parte del tempo a cercare di convincere i nostri interlocutori che tutto quello che è stato fatto e che viene fatto è frutto di amore, passione e senso di responsabilità nei confronti della cultura e della nostra città. Questi sono alcuni dei motivi che ci costringeranno a valutare il proseguimento del percorso culturale da noi iniziato ben 17 anni fa“.

Tengo, però, a segnalare l’interesse costante del sindaco di Albenga Riccardo Tomatis nei confronti del Teatro Ambra ed aggiungo una riflessione personale: pensate per un attimo a cosa succederebbe ad Albenga se chiudesse il Teatro Ambra e alle conseguenze che ciò porterebbe alla cultura, agli spettacoli e alle manifestazioni, raccolta fondi per beneficenza compresi. Per i motivi sopra elencati a breve inizieremo a mettere in vendita alcuni elementi di arredo e cimeli storici per far fronte alle spese di mantenimento che aumentano di anno in anno, sperando di riuscirci. Concludo ringraziando sin d’ora tutti coloro che vorranno aiutarci“.





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