Bambini e anziani, un equilibrio diventato più fragile


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Istituita quasi 20 anni fa con legge dello stato, la giornata del 2 ottobre celebra la festa dei nonni, ed è l’occasione per ricordare il contributo degli anziani alla vita sociale e familiare nel nostro paese.

Abbiamo avuto modo di raccontare come nonne e nonni siano diventati progressivamente, di fatto, parte del sistema di welfare informale. In primo luogo, per il contributo alla attività di cura familiare verso i bambini, in un contesto dove i servizi per la prima infanzia non sono diffusi in modo omogeneo. Allo stesso tempo, anche a causa della crescita della povertà assoluta tra i minori e le famiglie con figli in seguito alla crisi del 2008, il supporto degli anziani è stato in alcuni casi anche di natura economica, potendo generalmente contare su redditi più stabili di quelli di figli e nipoti.

Alla luce delle tendenze demografiche in corso, si tratta di un equilibrio fragile. La denatalità, in parallelo con il progressivo invecchiamento della cittadinanza, ha reso nel tempo meno sostenibile il rapporto inter-generazionale. Oggi è quasi di 2 a 1 il rapporto tra over 65 e under 14. Un dato che, negli ultimi anni, è aumentato in oltre il 90% dei comuni italiani.

Nell’aumento della povertà minorile, tra gli anziani è rimasta stabile

Le stime diffuse nel marzo scorso dall’istituto nazionale di statistica hanno confermato un trend consolidato negli ultimi due decenni: al diminuire dell’età, cresce l’incidenza della povertà assoluta.

Nel 2023, in base alle stime preliminari, le persone con almeno 65 anni in povertà assoluta sono il 6,2% del totale. La quota sale al 9,5% tra 35 e 64 anni, sfiora il 12% tra i giovani adulti (18-34 anni) e raggiunge il 14% tra i minorenni. Oltre il doppio delle persone anziane. Rispetto alla tipologia familiare, i nuclei con almeno un minore si trovano in povertà assoluta nel 12% dei casi; tra quelli con almeno un anziano l’incidenza scende 6,4%.

In questo quadro si comprende come il contributo di nonne e nonni sia spesso andato ben oltre quello di supporto alle attività di cura familiare. E questo nonostante anche per le persone anziane la situazione economica non sia sempre delle migliori.

La condizione sociale tra gli anziani

Uno degli indicatori selezionati da Istat per le analisi sul benessere equo e sostenibile evidenza con chiarezza l’eterogeneità nella condizione sociale degli anziani, anche in un quadro generale di minore soggezione alla povertà assoluta.

Nel 2022 poco meno di un anziano su 10 (9,2%) ha un reddito pensionistico inferiore a 500 euro. Una quota che, a conferma del trend descritto in precedenza, è diminuita nel tempo. Dieci anni prima, nel 2012, gli anziani con pensioni di basso importo erano 2 punti in più (11,2%).

Questa quota però è fortemente variabile tra i diversi territori. Anche se ovviamente l’incidenza in termini sociali è legata soprattutto al costo della vita, molto diversificato, nel crotonese in media il 16,8% dei pensionati percepisce un reddito pensionistico lordo mensile inferiore a 500 euro. Seguono, con oltre il 15%, le province di Agrigento e Barletta-Andria-Trani e la città metropolitana di Napoli.

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FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat (benessere dei territori)
(pubblicati: lunedì 1 Luglio 2024)

Si attestano tra il 14 e il 15% 5 province, tutte del mezzogiorno: Cosenza, Caltanissetta, Lecce, Avellino e Reggio di Calabria. In tutte le province supera comunque il 5%, con l’incidenza più bassa (5-6%) in 7 di queste: Mantova, Ravenna, Novara, Rovigo, Bologna, Ferrara e Biella.

Un equilibrio demografico sbilanciato tra giovani e anziani

In una situazione spesso già critica per molti giovani e anziani, il declino demografico in corso è destinato a rendere più fragili i pilastri su cui si regge la tenuta sistema sociale.

Nel 2005 vivevano in Italia 11,3 milioni di persone di almeno 65 anni di età e 8,2 milioni di giovani fino a 14 anni. Vale a dire un rapporto (in demografia noto come indice di vecchiaia) di 138 anziani ogni 100 bambini e ragazzi. Oggi gli over 65 sono 14,3 milioni, a fronte di meno di 7,2 milioni di minori di 14 anni. Un rapporto che – secondo le stime preliminari sul 2024 – per la prima volta arriva a sfiorare i 200 anziani ogni 100 giovani. Una crescita che, negli ultimi anni, ha riguardato tutto il paese.

Tra 2014 e 2021 il rapporto tra numero di residenti di almeno 65 anni e con meno di 15 anni è aumentato nel 92% dei comuni italiani. In alcune regioni questa tendenza riguarda praticamente tutti i territori: l’indice di vecchiaia è aumentato nel 98,8% dei comuni in Puglia, nel 97,5% in Veneto, nel 97,1% in Toscana. In 23 province su 107 tutti i comuni hanno visto una crescita dell’indice di vecchiaia dal 2014.

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FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat (statistiche sperimentali)
(ultimo aggiornamento: venerdì 8 Marzo 2024)

Nel 2021 l’indice di vecchiaia più elevato si è registrato in alcune città della Sardegna. Tra i capoluoghi spiccano infatti Carbonia e Cagliari, dove il rapporto supera i 300 anziani ogni 100 minori di 14 anni. Sopra i 275 over 65 ogni 100 giovani anche Oristano, Ascoli Piceno e Biella.

Agli ultimi posti, con meno di 150 anziani ogni 100 under 14 si trovano le città di Andria, Crotone, Barletta e Napoli.

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I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Mettiamo a disposizione in formato aperto i dati utilizzati nell’articolo. Li abbiamo raccolti e trattati così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. I dati relativi all’indice di vecchiaia sono di fonte Istat e sono stati rilasciati nell’ambito delle statistiche sperimentali.

Foto: Johnny Cohen (Unsplash) – Licenza


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www.openpolis.it è stato pubblicato il 2024-09-24 09:00:00 da luca giunti

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