Contrabbando su navi militari: l’ufficiale Marco Corbisiero torna in libertà


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BRINDISI – Nessuna restrizione alla libertà per il capitano di corvetta Marco Corbisiero, indagato nell’inchiesta della procura di Brindisi su sigarette di contrabbando su nave Capri, l’unità della Marina militare italiana, impiegata della missione Mare sicuro dinanzi alle coste della Libia, al pari di nave Caprera.

Il Tribunale del Riesame ha annullato l’obbligo di dimora per l’ufficiale, 48 anni, originario di Torino, ma residente a Taranto, così come chiesto dall’avvocato difensore, Fabrizio Lamanna, tenuto conto della condotta collaborativa dimostrata dall’indagato.

La misura era stata disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Vittorio Testi, nell’ambito del troncone d’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri Alfredo Manca e Giuseppe De Nozza e delegata ai militari della Guardia di Finanza.

Per Corbisiero, che era a capo del team tecnico dell’operazione internazionale Mare sicuro, i pm avevano chiesto la custodia ai domiciliari.

L’inchiesta ha riguardato il periodo compreso fra il 14 dicembre 2017 e il 28 marzo dell’anno successivo e conta otto indagati. Secondo l’accusa, in questo lasso di tempo, ci sarebbero stati l’imbarco e il trasporto dal porto di Tripoli a quello di Brindisi, di 280 chili di sigarette di contrabbando su nave Capri che prima di arrivare nella città adriatica, il 14 maggio 2028, rimase ad Augusta, dal 31 marzo, per una sosta tecnica non programmata.

Le sigarette, nascoste in «cale e pertugi della nave, dietro al materiale di bordo», sarebbero state destinate alla vendita ad appartenenti alla Marina Militare e a terze persone.

Nella ricostruzione della Procura di Brindisi, Corbisiero sarebbe riuscito a procurarsi 160 chili tabacchi lavorati esteri di contrabbando, mentre gli altri 120 sarebbero riferibili ad un altro indagato. In entrambi i casi, ci sarebbe stata la complicità di un libico.

La provvista necessaria a finanziare l’acquisto dello stock di sigarette, nella ricostruzione dei pm brindisini, sarebbe stata procurata da Corbisiero, al quale sono state contestate le aggravanti di aver usato un mezzo della Marina e di aver abusato dei poteri e aver violato i doveri inerenti le funzioni di cui erano titolari, attraverso il meccanismo corruttivo già contestato nel troncone precedente, mediante false fatture relative a operazioni in tutto o in parte inesistenti per l’acquisto di beni e servizi destinati alla nave e all’equipaggio, in particolare per il vitto.

L’inchiesta, infatti, costituisce un’appendice di quella che il 15 luglio 2018 portò alla scoperta di un ingente quantitativo di tabacchi lavoratori esteri di contrabbando a bordo della nave militare Caprera, ormeggiata alla base di Brindisi, dopo aver fatto rientro dalla Libia.

Corbisiero, nel primo troncone d’indagine che riguardava anche un quantitativo di scatole del farmaco Cialis di contrabbando, venne arrestato assieme ad altri e nel frattempo è stato condannato dopo aver scelto il processo con rito abbreviato. Dopo il deposito delle motivazioni ha presentato appello e il processo pende davanti alla Corte di Lecce.




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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-08-22 10:42:20 da

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