La difesa di Dassilva propone una soluzione “alternativa” al giallo…


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E’ durato quasi 2 ore il colloqui tra Riario Fabbri e Andrea Guidi, gli avvocati di Louis Dassilva unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, e il sostituto procuratore Daniele Paci che coordina le indagini sul delitto. Sul tavolo due importanti questioni: il rebus sulla richiesta di incidente probatorio per il video della farmacia che, per gli inquirenti, rappresentano la prova principale a carico di Dassilva. I fotogrammi, infatti, per l’accusa riprenderebbero il senegalese in strada nei momenti a ridosso dell’omicidio della PaganelliUna sagoma che, però, non sarebbe quella del 34enne ma, come emerso durante un’intervista televisiva di quello che sta diventando sempre più un caso mediatico, quella di un altro residente nelle palazzina di via del Ciclamino. L’uomo, davanti alle telecamere, ha spiegato di essersi riconosciuto in quel video ma, chiamato in Questura dagli investigatori della Squadra mobile, non ha confermato quanto detto in televisione. Una situazione estremamente intricata, con gli inquirenti che hanno provato più volte a ricostruire la scena ripresa dalla videosorveglianza e che ha portato Dassilva dietro le sbarre.

Quella di un accertamento unico e irripetibile, che risulterebbe fondamentale per capire se si tratti del metalmeccanico o di un’altra persona, è stato esortato alle parti anche dal gip Vinicio Cantarini che ritiene necessario che su quel video ci siano dei dubbi sia necessario chiarirli perchè quello che dovrà poi essere giudicato non dovrà essere “un presunto colpevole”, ma “il presunto colpevole”. Per la Procura il video ritrarrebbe Louis rientrare a casa dopo essersi sbarazzato dell’arma del delitto mentre, per i legali dell’indagato, sarebbe un condomino delle palazzine di via del Ciclamino che rientra a casa dopo aver trascorso la serata al bar. Gli avvocati del 34enne, infatti, contestano il colore della pelle della figura che appare nelle immagini tanto che un braccio sarebbe scuro e, l’altro, chiaro. Un effetto ottico che, secondo la difesa, sarebbe dovuto al passaggio sotto a un lampione.

Allo stesso tempo il pool difensivo, che collabora con la criminologa Roberta Bruzzone, ha sviluppato una soluzione “alternativa” al giallo dell’omicidio. Secondo quanto emerso, infatti, sarebbero stati raccolti una serie di elementi che portano a una strada diversa da quella proposta dagli investigatori della Squadra Mobile. Al momento, però, c’è il massimo riserbo sui dettagli che sarebbero in grado di scagionare Dassilva. Sugli elementi raccolti dalla Procura, invece, si ritiene sicuro il sostituto procuratore Daniele Paci con le prove acquisite che incastrano il 34enne che sarebbero molteplici e ben collegate tanto da poter escludere piste diverse da quella seguita fino ad oggi.


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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2024-10-01 18:45:39 da

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