L’imprenditore a Bologna finanziato dalla ‘ndrina: i soldi del cugi…



LAMEZIA TERME Un tenore di vita estremamente elevato e già a prima vista difficilmente compatibile con la sua situazione reddituale, patrimoniale e finanziaria. Ne sono convinti i finanzieri del Comando di Bologna. La loro attività investigativa, per delega del pm del Procura felsinea Flavio Lazzarini, ha messo nel mirino un imprenditore crotonese classe ’85, Omar Mohamed, da tempo residente a Bologna e finito oggi in carcere nel blitz eseguito su ordine del gip del Tribunale di Bologna, Domenico Truppa. I finanzieri hanno acquisito e analizzato tutti i documenti bancari relativi alle sue numerose società nelle loro molteplici evoluzioni, facendo emergere un primo dato che spiegherebbe, almeno in buona parte, le ragioni della sua improvvisa crescita imprenditoriale.
Secondo l’accusa e come riportato dal gip nell’ordinanza, infatti, alla spalle del crotonese ci sarebbe una considerevole ingerenza di «soggetti affiliati o certamente contigui alla criminalità organizzata».

L’inchiesta

Gli approfondimenti economico-finanziari, infatti, sarebbero emersi «finanziamenti occulti» da parte di un cugino, da parte di madre, «Aldo Poerio, crotonese classe ’74, sulla scorta di recenti indagini, risulta vicino alla ‘ndrina degli “Arena-Nicoscia” di Isola di Capo Rizzuto» annota il gip nell’ordinanza, per conto della quale «gestirebbe numerose realtà economiche e imprenditoriali a Viadana». L’uomo – nell’elenco degli indagati in questa inchiesta – era coinvolto nell’inchiesta “Gemelli” del 2021. Da quest’ultima, in particolare, sarebbe emersa «la sua posizione di vertice nella cellula degli Arena nel territorio di Viadana dagli anni 2000», annota il gip nell’ordinanza. Ma non solo: dietro Mohamed ci sarebbero finanziamenti più rilevanti concessi dal pluripregiudicato Massimo Nicotera, condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso e ritenuto affiliato al clan di camorra “Veneruso – Rea”.

A proposito dei finanziamenti concessi dal cugino crotonese, secondo quanto sarebbe emerso dall’inchiesta, non sarebbero comunque transitati direttamente dai conti correnti personali, ma da quelli della sua impresa individuale attiva nel comparto edile. Poi – come si legge nell’ordinanza – le provviste finanziarie «sarebbero state prima accreditate sui conti correnti personali di Omar Mohamed, il quale ha poi provveduto, con queste risorse, a finanziare una delle “sue” società: la “Spazio Srl”, società immobiliare appena costituita, con una sua quota pari al 90%, il rimanente 10% intestato all’anziano genitore che vive a Crotone». Ammonterebbero a circa 100mila euro i bonifici disposti dal cugino a favore di Omar Mohamed ma quelli effettivamente destinati ed investiti nella “Spazio 85 Srl”, ammonterebbero a circa 42.500 euro. La rimanente parte, invece, sarebbe stata utilizzata da Mohamed Omar per altre finalità, spesso di tipo voluttuario. Ma non è tutto.

Indagando sui redditi del cugino, infatti, sarebbe emersa l’impossibilità di giustificare le ingenti somme traferite in favore di Mohamed, i cui redditi derivano quasi esclusivamente dalle attività della sua ditta individuale. Dagli ulteriori controlli, inoltre, sarebbe emersa la frequentazione con soggetti pregiudicati e vicini alla criminalità organizzata calabrese come gli Arena di Isola Capo Rizzuto e i Grande Aracri di Cutro. In passato, invece, è intervenuto personalmente in una controversia sorta tra un imprenditore modenese e lo stesso Omar Mohamed a causa della mancata riscossione di alcuni crediti. In sostanza, per dirimere la controversia sorta con Mohamed, l’imprenditore avrebbe deciso di rivolgersi proprio ad un associato al clan Grande-Aracri, suscitando la reazione di Poerio poi intervenuto a favore del cugino. (g.curcio@corrierecal.it)

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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2024-10-09 13:41:46 da Redazione Corriere


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