Omicidio di Niviano, rito abbreviato per il giovane accusato di aver ucc…


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Sarà processato con rito abbreviato Emanuele Carella, accusato di aver ucciso quasi un anno fa il collega 56enne Paolo Troccola nell’abitazione che condividevano per lavoro a Niviano di Rivergaro. Il 7 ottobre si è svolta l’udienza preliminare davanti al gup Elisa Pirgu. In aula il 22enne pugliese, in carcere da allora e che deve di rispondere di omicidio volontario, il suo avvocato Ilaria Zedda (assente il collega Maurizio D’Andrea) e il pm Emilio Pisante. Durante l’udienza è stata rigettata per questioni meramente tecniche e procedurali la costituzione di parte civile della moglie della vittima, mentre il gup ha rinviato la discussione del rito al 7 aprile 2025. Il rito alternativo, al quale ha avuto accesso per la mancanza di aggravanti che avrebbero previsto come pena massima l’ergastolo, implica lo sconto di un terzo della pena ma anche la rinuncia di fatto a difendersi. Infatti il giudice si baserà solo sul fascicolo del pm e in questo caso anche su due perizie depositate dalla difesa. La prima redatta dallo psicologo Marco Murgia e la seconda dalla criminologa Roberta Bruzzone che aveva anche effettuato un sopralluogo tecnico sul luogo dell’omicidio.

L’assassinio avvenne il 9 novembre 2023 in un appartamento in via Monti a Niviano. Troccola, Carella – entrambi pugliesi – e altri operai condividevano l’abitazione perché operai trasfertisti per conto di una ditta che si occupava di manutenzione strade. Alla base dell’aggressione fatale di Carella “astio e odio nei confronti di Troccola dopo che da tempo quest’ultimo – si legge nel capo di imputazione – lo provocava dicendogli di volere avere rapporti sessuali con la sorella”. Una rabbia esplosa quella sera, dopo qualche ora passata al bar insieme. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri e dagli accertamenti disposti dal pm titolare del fascicolo, Matteo Centini, Carella avrebbe spinto il 56enne contro una porta a vetri che andò in frantumi, poi gli sferrò quasi 30  coltellate. Infine si accanì sul volto della vittima con un oggetto appuntito con il quale gli provocò un lungo e profondo taglio dalla guancia fino al collo, arrivando a recidergli la vena giugulare. Ed è in un lago di sangue che i soccorsi del 118 e i carabinieri i Rivergaro lo trovarono ormai senza vita.


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www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-10-08 07:00:00 da

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