produzione con un futuro pieno di incognite


0


«Ci attende un futuro prossimo pieno di incognite dopo che, per alcuni anni, ci siamo conquistati fama di qualità indiscussa grazie alla professionalità dei nostri produttori che sono poi l’espressione di un territorio straordinario qual è quello piacentino che ci ha garantito, unici in Europa, di poter vantare tre Dop: coppa, salame e pancetta.

Ma nel contempo, in questa difficile situazione, voglio lasciare spazio anche alla speranza che il complicato momento (che del resto è di buona parte della salumeria di qualità) possa essere superato, ma lo sarà solo se avremo un adeguato supporto delle istituzioni, in primis il Masaf, ovvero il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che proprio nella sua più recente dizione, ha voluto sottolineare il primato italiano delle eccellenze alimentari nel mondo».

Antonio Grossetti presidente del Consorzio dei salumi Dop piacentini fa il punto dell’attuale situazione di mercato, ricordando che «per la lotta alla Peste Suina Africana che ha messo in ginocchio una parte del settore delle carni suini e di converso tutta la filiera, siamo ormai arrivati alla nomina del terzo Commissario, dopo anche il severo monito espresso dall’Europa sulla necessità di fronteggiare subito l’emergenza con misure efficaci e, soprattutto, per sostenere il settore con adeguati ristori. Ma non se ne vede la fine all’orizzonte».

I prezzi dei tagli delle carni di suino indispensabili per produrre i Dop (ricordiamo che per Disciplinare si possono usare solo carni certificate 100% italiane da suini nati, allevati, macellati in Emilia Romagna e Lombardia), hanno raggiunto prezzi molto elevati, frutto non solo della minor disponibilità di mercato, ma probabilmente anche per fattori speculativi che non mancano mai nelle emergenze, con conseguente tagli di ordini da parte dei macelli ed in più con una contrazione delle vendite nella Grande distribuzione organizzata.

«C’è poi il rischio – soggiunge Grossetti – che il prossimo anno potrebbe mancare la materia prima da lavorare, con gravi conseguenze per tutta la filiera, consumatori compresi, perché garantire qualità elevata e sicurezza alimentare, comporta dei costi per i salumifici che, senza un’adeguata contropartita nel prezzo, non siamo più in grado si assicurare, con il rischio di lavorare in perdita. Ma questa situazione complicata si sta facendo sentire (e già prima di noi) anche per altri Dop in province limitrofe».

«Eppure – ha spiegato Grossetti – noi vogliamo guardare avanti; diversi nostri soci hanno affrontato fiduciosi ingenti investimenti di modernizzazione ee il supporto del Distretto Salumi Piacentini Dop, il primo “Distretto del Cibo” riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna, e unico Distretto per i salumi Dop compreso nell’elenco ufficiale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è ora più che mai indispensabile. Se è vero che lo scopo è quello di salvaguardare il territorio ed il paesaggio rurale, oltre a valorizzare le produzioni agroalimentari di qualità favorendo l’integrazione di filiera, non si comprendono, proprio in questa situazione, eventuali ritardi che coinvolgono poi, a cascata, tutta la filiera, perché ne consentono un rigido controllo che possono escludere poi in futuro ogni rischio e garantire al consumatore questa qualità che ci siamo conquistati con il nostro lavoro».

«Ma il problema più contingente – prosegue il presidente del Consorzio – è chi ha i maiali, se li fa strapagare e chi ha quelli sani, attorno a zone di restrizione, è costretto a venderli sottocosto. Spetta al Ministero fare in modo che tutti i prodotti agro-alimentari, proprio perché sono strategici per il nostro paese, non debbano subire questi contraccolpi di prezzo che favoriscono, unitamente a continue fake news sugli allevamenti, a dare corda ai gruppi di potere economico che spingono sulle carni coltivate in laboratorio in nome di un benessere animale che noi abbiamo raggiunto da tempo all’interno dei nostri allevamenti».

«Servono calmieri dei prezzi, altrimenti i consumatori si orientano verso prodotti di qualità inferiori; abbiamo chiesto al Cun (ovvero la Commissione Unica Nazionale dei Tagli di carne suina fresca composta in maniera paritetica dalle due categorie dei venditori e degli acquirenti), che sia raggiunto un maggiore equilibrio, perché così si sta mettendo a repentaglio la filiera ed ora con l’ingresso in questo organismo di un rappresentante delle tre Dop, auspichiamo che una più equa distribuzione dei costi sulla filiera, venga equamente ripartita. Medesimo discorso vale con la Grande Distribuzione che è sempre stata molto restia ad un confronto».

«Bisogna – conclude Grossetti – rilanciare la qualità italiana dei salumi, dobbiamo rilanciare la nostra “italianità”, se davvero vogliamo salvaguardare la nostra storia emblematizzata nelle nostre tre Dop, espressione di un territorio unico e del lavoro indefesso di intere generazioni».


Leggi tutto l’articolo produzione con un futuro pieno di incognite
www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-10-06 19:09:13 da

Comments

comments


Like it? Share with your friends!

0

0 Comments

Rispondi