UNGA, il punto stampa del Presidente Meloni a New York


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INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE MELONI 

Buonasera a voi, cerchiamo di fare il bilancio, anche se ancora non è finita questa nostra partecipazione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Come avete visto sono accadute molte cose in questi ormai tre giorni. 

Abbiamo cominciato con una serie di incontri con alcuni degli esponenti di maggiore spicco del mondo delle aziende e dell’innovazione. Come avete visto abbiamo incontrato gli amministratori delegati di Motorola, di Google, di OpenAI, ovviamente anche Elon Musk, per affrontare e continuare a fare questo lavoro che stiamo facendo particolarmente sulla governance dell’intelligenza artificiale, ma anche per valutare opportunità di investimenti maggiori nella nostra Nazione. 

C’è poi tutta la parte che riguarda le Nazioni Unite che è iniziata ieri con l’intervento relativamente al Patto per il futuro, dove l’Italia, come sempre, ha tracciato le sue priorità, dal sostegno all’Ucraina passando per il lavoro che stiamo facendo nel tentativo di una de-escalation in Medio Oriente, la riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il governo dell’intelligenza artificiale, il lavoro che l’Italia sta portando avanti in Africa anche come spunto per un nuovo modello di cooperazione, il tema della lotta ai trafficanti di esseri umani.  Sono ovviamente tutte materie che torneranno anche nell’intervento che farò più tardi all’Assemblea Generale – chiaramente sarà più ampio, tratteremo anche la materia dell’America Latina. Insomma, le grandi questioni che l’Italia pone sono quelle che avete già sentito. 

Dopodiché, questa è un’occasione per incontrare molti leader e molti ne abbiamo incontrati. Abbiamo avuto una serie di incontri bilaterali con il Principe ereditario del Kuwait, con il Primo Ministro dell’Iraq, con il Presidente turco Erdogan, stamattina con il Presidente ucraino Zelensky, adesso con il Presidente argentino Milei, molti anche pull aside si dice in gergo, cioè incontri che avvengono anche a margine l’uno dell’altro, molto veloci. Chiaramente ci siamo concentrati parecchio sulla vicenda medio orientale, in queste ore ci preoccupa moltissimo la situazione libanese ma con tutte queste Nazioni abbiamo parlato anche dei nostri rapporti bilaterali. 

A margine di tutto questo lavoro avete visto si sono sviluppate anche altre iniziative, una di queste con il Presidente Biden, che ringrazio. Abbiamo partecipato a questa iniziativa della coalizione globale contro le droghe sintetiche, iniziativa su cui l’Italia, come sapete, è stata tra le prime Nazioni europee a muoversi e non è un caso che fossimo tra i partecipanti a questa iniziativa. 

Ieri avete visto il premio dell’Atlantic Council. Mancano solamente l’Assemblea Generale, e l’intervento nell’iniziativa organizzata per domani con le Nazioni che hanno sottoscritto accordi di sicurezza con l’Ucraina, al quale pure parteciperò seppure da remoto perché è stato spostato negli ultimi giorni. E quindi il bilancio è direi positivo di questi giorni, è stato un calendario parecchio intenso. Spero di non aver dimenticato nulla di quello che abbiamo fatto, ma in caso sono qui per le vostre domande. 

DOMANDE

Domanda: La scelta di non partecipare in presenza a questo importante incontro sul Ucraina è una scelta in qualche modo politica che mostra un graduale cambiamento di linea dell’Italia? 

Presidente Meloni: Ovviamente no, poi io capisco che si cerchi di sostenere tesi anche contro l’evidenza. L’incontro era previsto per oggi, chiaramente noi abbiamo tarato il nostro programma a New York anche sulla base di quell’incontro che è stato spostato su richiesta in particolare degli Stati Uniti a domani. Parteciperemo lo stesso e penso che al di là del tentativo di cercare di dimostrare cose che non sono dimostrabili, la posizione italiana non cambia e non stia cambiando come dimostra anche l’incontro che abbiamo avuto questa mattina con Volodymyr Zelensky, e penso che non sia neanche così utile per la Nazione che ha il pregio che tutti riconoscono al mondo della chiarezza e della sua determinazione nel sostenere l’Ucraina cercare di raccontare un’altra storia. Insomma, non dico per il Governo, lo dico per l’Italia che una volta tanto è considerata particolarmente in questa vicenda, una Nazione seria, affidabile che non cambia posizione in base a come cambia il vento. È qualcosa che ci riconoscono tutti e insomma penso che sia un elemento del quale tutti quanti dovremmo andare fieri. 

Domanda: Presidente, ieri Scholz ha parlato di un atto ostile nei confronti di Commerce Bank da parte di Unicredit, oggi il Ministro delle Finanze tedesco ha criticato sostanzialmente lo stile, il Consiglio di Sorveglianza della Banca non vuole la fusione, Bruxelles dice che le banche fanno bene a unirsi. Lei cosa dice? 

Presidente Meloni: Che non è una questione che riguarda il governo. Noi abbiamo un Mercato unico nell’Unione Europea, c’è il libero mercato, c’è un’azienda privata che sta facendo delle proprie scelte – banca – rispetto a un’altra e penso che non siano materie che riguardano il governo. Insomma, poi vedremo come andrà, e se possiamo coadiuvare soluzioni, aiutiamo a coadiuvarle, ma non è una materia sulla quale il governo è in nessun modo coinvolto. 

Domanda: Sul Libano ci sarà un’iniziativa dell’Italia?

Presidente Meloni: Sul Libano io credo che la grande sfida sia quella di – anche lì – arrivare in qualche maniera a un cessate il fuoco. Penso che Israele abbia come sempre il diritto a difendersi ma penso che una guerra su larga scala in Libano non convenga a nessuno quindi noi stiamo continuando a passare i nostri messaggi di moderazione, stiamo lavorando come sempre con i nostri alleati anche in qualità di Presidenti G7 e con loro dobbiamo valutare quali sono eventualmente le iniziative da portare avanti, ma ci sono delle interlocuzioni che si stanno muovendo, chiaramente partendo dalla necessità di fare tutti qualche passo indietro. Mi preoccupa la situazione. Qui alle Nazioni Unite ci siamo occupati molto anche della sicurezza dei nostri soldati. Voi sapete che noi abbiamo mille soldati impegnati nella missione UNIFIL e chiaramente con le Nazioni Unite, perché siamo nell’ambito di un’iniziativa delle Nazioni Unite, stiamo chiedendo all’organizzazione di concentrarsi sulla sicurezza di questi soldati.

Domanda: Sul tema di Elon Musk, è noto per le posizioni filotrumpiane. L’incontro di ieri è capitato in un momento molto delicato, rischia di incrinare [inaudibile]

Presidente Meloni: Assolutamente no, ho già risposto mille volte a queste domande, ho già spiegato mille volte che io non sono una sostenitrice dell’ingerenza straniera nelle questioni interne delle Nazioni sovrane. Non sono tra quei leader che pensano di avere la facoltà di dire a un cittadino che vive in un’altra Nazione cosa sia meglio per il suo futuro. Queste sono cose che piacciono tanto alla sinistra, a me non sono piaciute mai. E quindi la scelta di Elon Musk era la scelta di una, sicuramente delle personalità più interessanti del nostro tempo, una scelta che noi abbiamo fatto mesi fa ma non c’entra niente con la campagna americana. Mi pare che il tentativo di schierare l’Italia nella campagna americana sia soprattutto un tentativo italiano, ma non mi sembra particolarmente intelligente. 

Domanda: Io vorrei parlare di intelligenza artificiale visto che anche il Presidente Biden ha parlato a lungo della sfida dell’intelligenza artificiale e ha invocato regole dure. C’è stato il primo Consiglio di sicurezza proprio sull’intelligenza artificiale. È plausibile, è possibile ordinare delle globali regole sull’IA visto che non tutti hanno gli stessi obiettivi?   

Presidente Meloni: Facile sicuramente no, necessario assolutamente. E voglio dire che, rispetto a un intervento che io feci un anno fa all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite quando questo tema ancora non era presente in moltissimi interventi, aver sentito molti leader – ieri ascoltavo il presidente indiano Modi – che parlano della necessità oggi di una governance globale, l’intelligenza artificiale è anche frutto di un lungo lavoro che noi abbiamo fatto. È ovvio che non sarà facile mettere tutti d’accordo, è ovvio che sia una sfida estremamente complessa, però io credo che tutti si rendano conto dell’impatto che questa tecnologia può avere sul futuro delle società di ciascuno di noi, indipendentemente da chi detiene le migliori tecnologie o indipendentemente da chi ha più dati da processare. È una forte differenza nello scacchiere geopolitico. Tutti sappiamo che l’intelligenza artificiale dal rischio di creare nuovi focolai di crisi – come sempre quando c’è una tecnologia che crea un vantaggio competitivo fondamentale – fino all’impatto nel mercato del lavoro, fino all’impatto che può avere sulle democrazie, è una tecnologia che rischia di cambiare completamente le nostre società. E quindi è qualcosa su cui, a partire dalle Nazioni Unite che dovrebbe essere il luogo nel quale si arriva a una soluzione condivisa, occorre continuare a lavorare. L’Italia ha fatto la sua parte, lei avrà visto i nostri outcomes, i risultati del nostro G7: abbiamo lavorato soprattutto sulla capacità delle aziende che sviluppano l’intelligenza artificiale di aderire volontariamente a un codice di condotta, che era stato preventivamente stabilito nel G7 a guida giapponese, e abbiamo immaginato un logo che consente anche al consumatore di riconoscere che cosa sta usando quando usa l’intelligenza artificiale, così come la nostra ministeriale sul lavoro come lei sa è concentrata particolarmente sull’impatto nel mercato del lavoro. C’è un piano d’azione che abbiamo messo insieme con i paesi del G7. Quindi, noi la nostra parte la stiamo facendo, chiaramente non possiamo risolverlo da soli, bisogna allargare il più possibile il fronte. 

Domanda: Presidente una domanda veloce. I soldati in Libano [non audibile]

Presidente Meloni: Non ho avuto contatti con Trump o con potenziali membri della sua amministrazione in questa missione. Per quello che riguarda il tema del Libano, io penso che siano molto preziosi i nostri soldati. In Libano penso che siano – come tutti sanno -rispettati da tutti e penso che chiaramente possano avere anche un ruolo importante una volta che, come speriamo … c’è sì la parte più drammatica che stiamo vivendo in questi giorni, dopodiché anche queste non sono iniziative che l’Italia prende autonomamente, sono valutazioni che vanno fatte in seno alle Nazioni Unite, in questo particolare caso, e con i propri alleati. 

Domanda: Presidente, ieri ha dato la sveglia all’Occidente nel suo discorso e oggi parlerà all’Assemblea Generale. Ha sentito il Presidente Biden e prima ancora il Segretario generale Guterres: dei loro discorsi, cosa l’ha impressionata di più probabilmente e cosa magari cercava in quei discorsi che non ha trovato? 

Presidente Meloni: Non mi metto a fare l’esegesi o la critica dei discorsi degli altri. Posso dire che mi pare, dai principali interventi che abbiamo sentito stamattina, che quest’anno il tema sia la riforma del Consiglio di sicurezza. È questa la materia sulla quale un po’ si è consumato e si consuma il grande dibattito. Anche l’Italia ha tenuto una posizione chiara, voi l’avete visto, lo ribadiremo anche stasera. Assolutamente il multilateralismo funziona se ha organismi che funzionano, però proprio per questo non bisogna rischiare di fare delle riforme che servono in realtà o a creare nuove gerarchie o ad accontentare qualcuno e magari escludere i più. Per cui noi non siamo favorevoli a nuovi seggi permanenti nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, siamo invece favorevoli a qualsiasi riforma che possa effettivamente far sentire tutti quanti più coinvolti. Una delle proposte è quella che riguarda la possibilità di indicare nuovi seggi regionali a rotazione: consentirebbe di rappresentare tutti. Quindi noi stiamo facendo la nostra parte, siamo aperti alla riforma, ne stiamo parlando. Ovviamente è una lunga negoziazione, però bisogna guardare all’obiettivo. L’obiettivo non è semplicemente accontentare qualcuno, l’obiettivo è rendere l’organizzazione più aperta, più trasparente, più capace di coinvolgere tutti gli Stati. 

Domanda: Sul piano del Presidente Zelensky che aspettative ha?

Presidente Meloni: Io ho sempre grandi aspettative sul popolo ucraino. Se avessi dovuto fidarmi di quello che veniva raccontato, un po’ dalla propaganda russa, un po’ anche da chi ci crede nella propaganda russa, le cose non sarebbero andate come vediamo, no? Io sento un continuo parlare che la Russia ha già vinto, la Russia sta vincendo, dopodiché di fronte a un conflitto nel quale le forze in campo erano in maniera drammatica squilibrate e a un tentativo che – ricordiamo – nei piani iniziali del Presidente russo era quello di una guerra  lampo per invadere Kiev, mi pare che le cose non siano andate così. Mi pare che oggi nessuno prende in considerazione l’ipotesi che la Russia invada Kiev. Mi pare che, come ho raccontato molte volte, in un anno di guerra, a fronte anche di perdite molto significative da parte russa, siamo passati dal controllo russo in territorio ucraino del 17,3 al 17,5. Quindi mi pare che gli ucraini ci hanno finora stupito. Chiaramente l’hanno potuto fare anche grazie all’aiuto dei Paesi che hanno dato una mano proprio perché ci fosse un riequilibrio delle forze in campo. Però, obiettivamente, secondo me molti li hanno spesso sottovalutati. 

Domanda: Presidente, come sono andate gli incontri di domenica con i colossi della tecnologia su possibili investimenti in Italia? 

Presidente Meloni: Mi pare che ci siano molti spunti sui quali si può efficacemente lavorare. Molte di queste aziende, come lei sa, già investono in Italia, io sto cercando di capire quali possano essere gli elementi sui quali l’Italia è maggiormente attrattiva. Per esempio, sul tema di tutto quello che riguarda l’ingegneristica, noi siamo considerati assolutamente un punto di riferimento. Quello che posso dirle che vedo è che, da parte di queste grandi aziende, ma non solo delle grandi aziende dell’high-tech e delle grandi aziende dell’innovazione, si vede che c’è un ambiente favorevole agli investimenti e quindi c’è assolutamente positività. Sono ottimista. Non mi faccia dire di più perché sono cose sulle quali prima i risultati si portano a casa e poi eventualmente se ne parla ma, insomma, vedremo anche questo, lo vedremo nel futuro. 

Domanda: Resto sull’economia. Il settore automotive è un po’ in difficoltà nel nostro Paese: lavoratori di Stellantis sono preoccupati, hanno proclamato lo sciopero per il 18 ottobre. Il Governo resta attore su Stellantis o intende intervenire in qualche maniera?

Presidente Meloni: No, il governo ovviamente farà la sua parte come l’ha sempre fatta, soprattutto per aiutare questi lavoratori, anche dialogando con Stellantis, a patto che le proposte che si portano siano proposte che sono favorevoli per gli interessi italiani. Questa è forse la grande novità nel rapporto con queste grandi aziende che il Governo ha cercato di introdurre. Quindi c’è un confronto che è sicuramente franco. Ci sono iniziative che il governo ha portato avanti – il tema degli incentivi piuttosto che – e poi chiaramente chiediamo che, quando si ha un’interlocuzione, lo si faccia anche immaginando quello che è l’interesse della politica. E l’interesse della politica è difendere i suoi siti produttivi, difendere i lavoratori. Dopodiché, io ho detto all’Assemblea di Confindustria – e ripeto – che sul tema dell’auto credo che anche con il mondo proprio industriale italiano, non solamente italiano ma direi europeo e occidentale, una valutazione su come sta evolvendo il rapporto con l’auto prima o poi si debba fare, perché rischiamo di essere convinti di vivere in un mondo che è cambiato. 

Domanda: Sulla cittadinanza sta arrivando la proposta di legge di Forza Italia che vedremo giovedì ed è stato raggiunto il quorum delle firme per il referendum. È disponibile a valutare questa proposta? 

Presidente Meloni: Quella di Forza Italia non la conosco. Per quello che riguarda la proposta sulla quale sono state raccolte le 500.000 firme, che propone di dimezzare i tempi per l’ottenimento della cittadinanza, io penso che il termine dei 10 anni sia un termine congruo. Penso che l’Italia abbia una ottima legge sulla cittadinanza e penso che questo sia dimostrato dal fatto che siamo tra le Nazioni europee che concedono ogni anno il maggior numero di cittadinanze agli stranieri e quindi non ne ravvedo la necessità. Poi, se c’è un referendum, quella è democrazia: lì devono decidere gli italiani e diventa tutta un’altra materia. Io sempre rispetto di quello che gli italiani decidono. 

Alex chiudiamo. Ci vuole una di quelle domande colorate!

Domanda: Lei allo speech dell’Atlantic Council, ha dichiarato la sua passione per Michael Jackson. Io le vorrei chiedere qualcosa in più su quello.

Presidente Meloni: Potrei parlarle ore di Michael Jackson, perché io sono stata una grandissima fan di Michael Jackson. Immagino che questo interessi tantissimo la gente che ci ascolta ma non scherzavo quando ieri ho detto “My English teacher”, perché io ho cominciato a cimentarmi con l’inglese per tentare di capire cosa dicessero i testi di queste canzoni. Quindi lo ringrazierò a lungo per avermi aiutato a parlare dignitosamente l’inglese. La mia preferita è Man in the Mirror, quella che ho citato ieri.

 


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www.governo.it è stato pubblicato il 2024-09-25 00:39:22 da tvannozzi

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