La storia della tv e dell’Italia celebrate all’inaugurazione del Prix


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La tv come racconto corale dell’Italia, come cultura, informazione, spettacolo. Ma soprattutto la tv per emozionare. Molto più di una festa, l’inaugurazione della 76esima edizione del Prix Italia ha abbracciato tutta la Rai dal suo ieri all’oggi e oltre, verso il futuro.

L’intitolazione a Piero Angela del Centro di produzione di Torino è il punto di partenza per il figlio Alberto per mescolare ricordi pubblici e privati: “Mio papà e mia mamma si sono incontrati a una festa, come succede tra i giovani, e si sono persi di vista e poi si sono rincontrati proprio in via Verdi”.

I genitori entrambi in Rai, lui come giornalista e lei come ballerina di danza classica, allieva di Susanna Egri, l’ingresso e la crescita di Alberto nell’azienda. 70 anni di storia di tv che ora si aprono alle sfide dell’intelligenza artificiale. Un’opportunità che va gestita, come spiega padre Paolo Benanti, presidente della Commissione AI per l’Informazione: “Come quando abbiamo sviluppato l’automobile, e qui a Torino l’automobile è un segno importante, il codice della strada è quello che non ha limitato lo sviluppo tecnologico dell’auto, ma ha cercato di evitare che succedessero incidenti”.

Una storia scritta insieme con il pubblico dai protagonisti di ieri e di oggi come Kabir Bedi e Pierpaolo Spollon, che hanno recitato insieme nel tv movie Questione di stoffa, di cui hanno regalato un’anteprima.

Una storia ora celebrata anche con un francobollo speciale, annullato per la prima volta al Prix Italia.
 


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