“Le domande di reddito di
cittadinanza revocate in Liguria sono 1988 di cui 1002 a Genova,
371 a Imperia, 238 a Spezia e 377 a Savona. Di questi, molti di
coloro che sono definiti ‘occupabili’ – in base alle norme che
hanno modificato il reddito di cittadinanza – lo sono solo sulla
carta. Perché non hanno sufficienti competenze per trovare
lavoro o perché sono troppo anziani per un impiego.
Il governo con un sms, ha detto loro di rivolgersi ai Comuni, ma
i Comuni non hanno gli strumenti e il personale per gestire le
richieste. Le Regioni, compresa la Liguria, non sono ancora
pronte (alcune di esse forse mai lo saranno) nei programmi che
dovrebbero aiutare queste persone a migliorare le loro
competenze e quindi la probabilità di trovare lavoro. Un
pasticcio insomma. Un misto di protervia ideologica e
approssimazione”. Lo ha spiegato Andrea Orlando, ex ministro e
deputato ligure del Partito Democratico.
“Siamo di fronte a una norma che andrebbe cambiata, per non
accrescere disuguaglianze già marcate. Ma se questo governo si
ostina su questa strada serve almeno un rinvio per dare agli
enti locali la possibilità di organizzarsi per ridurre l’impatto
di questa scelta. Le modalità fino ad oggi usate si sono
dimostrate inadeguate e superficiali. La legge, con un tratto di
penna, ha qualificato queste persone come occupabili, ma la
realtà non si cambia con un tratto di penna. Oggi questo aspetto
emerge in tutta la sua forza -ha proseguito Orlando-. La Giunta
Toti, invece di accettare supinamente le scelte del governo, si
faccia carico del problema e chieda al governo di adottare ogni
misura possibile perché questo passaggio non crei ulteriori
difficoltà a chi vive già in una condizione di fragilità”,
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