A Brindisi droga, racket e feste nel lido. Il pentito punta l’indice: «Ecco gli affari di Parisi»



BRINDISI – Prima la «comparanza» nel carcere di Voghera, poi le estorsioni insieme – portate a termine usando un telefonino nascosto nella cella – ai danni del titolare di uno stabilimento balneare lungo il litorale brindisino e dei gestori di alcune discoteche.

Sono leggibili senza omissis le dichiarazioni che il collaboratore di giustizia Andrea Romano, brindisino, condannato in via definitiva per l’omicidio di Cosimo Tedesco, avvenuto il primo novembre 2014, ha messo a verbale nel corso degli interrogatori con i pm della Dda di Lecce. I verbali sono agli atti dell’ultima inchiesta della Dda, quella scaturita dalla denuncia di un imprenditore brindisino, vincitore di un appalto bandito dalla Provincia per il rifacimento del manto di una strada. Le indagini hanno portato in carcere, con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, Tobia Parisi e Francesco Sisto di Mesagne e Lucio Annis di San Pietro Vernotico, tutti tornati in carcere dopo essere stati rimessi in libertà per aver scontato condanne per associazione mafiosa. In carcere anche Salvatore Esposito di San Pancrazio Salentino in qualità di intermediario. Gli indagati avrebbero preteso 200mila euro dall’imprenditore.

«Parisi, avendo preso il posto di Daniele Vicientino, essendo in libertà, sta gestendo il traffico di droga, approvvigionandosi dalla Calabria e dalla famiglia Mancuso. In particolare con Salvatore Cucuriello, detenuto a Voghera nel mio stesso periodo», ha detto Romano nel corso dell’interrogatorio dell’8 gennaio 2021, uno dei primi resi avendo iniziato la collaborazione a dicembre 2020.

Il collaboratore ha ammesso di avere avuto assieme a Parisi, in quel periodo, la disponibilità di un telefono per parlare con gli affiliati: «Abbiamo fatto anche estorsioni ai danni del titolare di uno stabilimento balneare», ha riferito ai pm. Il titolare del lido, di cui il pentito ha fatto nome e cognome, avrebbe «pagato ogni anno fra i 10 e i 15mila euro a Parisi». E avrebbe anche «messo a disposizione di Parisi lo stabilimento» per feste private che sarebbero state gestite dal clan. Altre vittime delle estorsioni, secondo Andrea Romano, sarebbero state varie discoteche nel Brindisino e attività commerciali, tra le quali un panificio.

Romano ha precisato ai pm che Parisi era considerato «elemento di spessore in grado di far girare l’economia criminale» da Francesco Campana, già condannato all’ergastolo e sottoposto al 41 bis, e Giovanni Donatiello, con alle spalle 30 anni trascorsi in carcere per omicidio. Entrambi sono stati condannati di recente per associazione mafiosa dal tribunale di Brindisi nel processo sulla vecchia guardia della Scu, scaturito dall’inchiesta chiamata Old generation.


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-10-22 14:11:14 da


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