“Abbiamo necessità della collaborazione dei cittadini, abbiamo la necessità che la pubblica opinione sappia che c’è una procura, a Roma, pronta a impegnarsi, pronta a rispondere alle loro esigenze”.
È un appello alla collaborazione, quello che il procuratore Francesco Lo Voi esterna mentre snocciola il divario tra la mole dei procedimenti che transitano sulle scrivanie dei pubblici ministeri romani e le loro esigue forze.
In una città con numerose organizzazioni mafiose, dove ogni giorno arrivano una decina di segnalazioni per violenze sessuali, dove ci sono stati oltre 800 infortuni sul lavoro nell’ultimo anno e dove le forze dell’ordine lavorano senza sosta, il numero dei magistrati scarseggia. Per capire la problematica occorre partire dai numeri.
Carenze di organico
“Parto da un dato: abbiamo un organico di 94 sostituti procuratori sulla carta ma ad oggi ne mancano 17, entro la fine di dicembre le assenze diventeranno 20”, dice Lo Voi. Stessa cosa considerando il personale amministrativo e tutti gli altri lavoratori della giustizia:
“In organico noi dovremmo avere nelle varie categorie un totale di 630 unità ma sono 430”. Eppure “Roma è la sede della presidenza della Repubblica, del governo, della regione, del Comune uno dei più grandi d’Italia. È anche la sede di un altro Stato, il Vaticano”. Una problematica che il procuratore ha già fatto notare sia al Csm che al ministero della Giustizia.
Il lavoro non manca. Nell’ultimo anno a Roma sono stati aperti 50.097 procedimenti a carico di 65.844 persone e ci sono altri 201.205 fascicoli “contro ignoti”.
Violenza sulle donne: dieci segnalazioni al giorno
Quella della violenza genere, dice Lo Voi, è una “permanente emergenza”: “Nel solo 2023 abbiamo iscritto 8.433 nuovi procedimenti penali e nell’ambito di questi abbiamo avanzato quasi 700 richieste di misure cautelari che sono state in larghissima parte accolte”. Nel dettaglio: 76 hanno riguardato minorenni, sono state emesse 683 misure cautelari e in 3392 casi è stato attivato il codice rosso.
Le mafie di Roma
La lotta alla mafia resta una priorità, come ha spiegato la procuratrice aggiunta Ilaria Calò: si parla di 3.987 indagati negli ultimi 2 anni, di 1377 casi di associazione mafiosa o di organizzazioni che utilizzano il metodo mafioso. Oltre 1600 procedimenti per traffico di droga.
La piazza ideale: una domanda infinita e un’offerta competente. Perché a Roma la criminalità è autonoma: importa droga, la smista, la vende al dettaglio e ricicla i proventi.
Eppure la Dda è gravemente sotto organico, “in condizione particolare di sofferenza”. Siamo nella piazza dove vengono sciolti comuni come Anzio e Nettuno, e dove le mafie tradizionali mettono radici o con formazioni ibride, affiancando dunque personaggi romani, o colonizzando il territorio e replicando la struttura della casa madre con tanto di approvazione delle strutture di appartenenza. Perché “la locale senza il riconoscimento è come la zattera nell’oceano, un’onda la spazza via”, diceva un pentito.
E poi ci sono le mafie autoctone e quelle che agiscono con metodo mafioso.
I nomi sono noti: Casamonica, Di Silvio, le famiglie di Ostia, quelle che hanno dato vita alla guerra pontina e i clan di albanesi che sembravano potersi prendere Roma. “Con una mano si para e l’altra si investe”, dice la dottoressa Calò ricordando l’operazione “Petrolmafia” o quella che ha riguardato il riciclaggio tramite società cinematografiche.
Investono nel cinema, in idrocarburi, nel turismo, comprando immobili e anche in criptovaluta, la nuova frontiera.
Infortuni sul lavoro: 828 fascicoli
La mafia spara. Ma nella Capitale anche il lavoro uccide. Sono 828 i procedimenti riguardanti gli infortuni sul lavoro, con 173 incidenti tra gravi e gravissimi. “Gli infortuni sul lavoro richiedono una particolare specializzazione” dice il procuratore Lo Voi riferendosi al gruppo di lavoro del procuratore aggiunto Giovanni Conzo: “Devo dire che per fortuna anche grazie al lavoro che la procura ha svolto negli ultimi anni e negli ultimi mesi è enormemente migliorata la specializzazione delle forze di polizia che c’è assistono in queste indagini”. I morti sul lavoro sono 5.
Rapine e crimini informatici
La criminalità più visibile è quella diffusa: le 1.901 rapine in un anno, le 10.854 truffe, i 10.854 danneggiamenti. E poi i criminali informatici: 6.473 denunce e oltre 2.000 fascicoli contro noti.
Due miliardi di credito di imposta e i reati contro la pubblica amministrazione
La procura ha comunicato che nell’ambito delle indagini sul credito di imposta sono stati bloccati oltre 2 miliardi di crediti. Inoltre a Roma nell’ultimo anno sono stati sequestrati 150 milioni di euro per reati tributari. Nel silenzio investigativo sono stati aperti anche 3.000 procedimenti relativi alla pubblica amministrazione, reddito di cittadinanza incluso.
Numeri che, considerando l’esiguo personale, non sono così scoraggianti.
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-12-05 15:57:20 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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