Agnelli, “nessuna irregolarità iscrizione Dicembre a Camera di commercio”


Un nuovo sussulto nell’infinita saga della contesa ereditaria tra Margherita Agnelli e i figli John, Ginevra e Lapo Elkann, sfociata nell’inchiesta penale della Procura di Torino nei confronti di questi ultimi con l’accusa di frode fiscale e truffa. Questa volta il punto, sembrerebbe a favore proprio dei tre nipoti dell’Avvocato e di Marella Agnelli. Il Tribunale civile di Torino ha infatti dichiarato inammissibile il reclamo con cui Margherita aveva contestato delle presunte irregolarità nell’iscrizione presso la Camera di commercio di Torino della società Dicembre, la cassaforte attraverso cui la famiglia Agnelli controlla Exor e a cascata società come Stellantis e Juventus. Creata nel 1984 da Gianni Agnelli, alla sua morte parte delle quote della Dicembre passò alla figlia Margherita, parte alla moglie Marella e al nipote John Elkann. Margherita ha poi ceduto le sue quote l’anno successivo mentre dopo la morte di donna Marella la Dicembre è passata definitivamente ai tre nipoti Elkann, con il controllo di John al 60%.

Verdetto ribaltato

L’assetto così ridisegnato della cassaforte di famiglia non risultava però aggiornato nei registri della Camera di commercio di Torino. Margherita Agnelli si è rivolta al tribunale civile proprio per contestare la mancanza degli scritti originali sulla cessione delle quote dalla nonna, Marella Agnelli, ai tre nipoti. Il Tribunale civile di Torino – dopo aver cancellato in un primo tempo quel passaggio di quote – a fine aprile ha però ribaltato il verdetto stabilendo che l’iscrizione alla Camera di commercio è formalmente corretta, ovvero che le copie conformi ai documenti a lui esibiti” depositate dal notaio Morone sono atti validi. Di fatto, un punto a favore di John, Ginevra e Lapo nella contesa ereditaria con la madre. Al quale adesso si somma un nuovo provvedimento, con cui il giudice dichiara “inammissibile” il nuovo reclamo di Margherita Agnelli. Motivando il provvedimento, con una presunta “carenza di interesse ad agire” da parte di quest’ultima.  “Il tribunale ha scelto di non volersi pronunciare – la reazione in una nota dei legali di Margherita Agnelli. Una decisione, aggiungono, “in contrasto con una precedente che aveva invece riconosciuto l’interesse ad agire di Margherita Agnelli”. 

Il sequestro

Diversa la linea sempre sostenuta dalla parte opposta della faida ereditaria. Essendo uscita dalla compagine azionaria di Dicembre con la cessione delle quote nel 2004, Margherita Agnelli non avrebbe titolo neanche per poter presentare ricorsi in merito. Proprio le presunte irregolarità nei documenti che attestano il passaggio delle quote da Marella Agnelli ai nipoti sono una tessera, fondamentale, nell’inchiesta penale della Procura di Torino che ha portato a settembre al sequestro di quasi 75 milioni di euro nei confronti dei tre fratelli Elkann e degli altri indagati. Proseguono le iniziative giudiziarie a tutela degli interessi di Margherita e dei suoi figli De Pahlen, volte a determinare la modifica radicale degli assetti proprietari della Dicembre“: promettono battaglia i legali della donna.

 

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