Agricoltori in rivolta: anche in Liguria il grido di allarme dagli operatori del settore

Agricoltori in rivolta: anche in Liguria il grido di allarme dagli operatori del settore


Anche in terra di Liguria, gli agricoltori subiscono, oltre all’attacco del più pericoloso parassita del terreno – il cemento – le vessazioni di una burocrazia che ci costringe a passare più tempo “per uffici” che nei nostri campi. Prezzi infami all’origine ed esorbitanti al consumo non fanno demordere la caparbietà dei contadini, anche se ora la misura è colma.

In Liguria la situazione è precipitata, aziende decimate (da più di 111 mila aziende nel 1960 alle oramai meno di 9 mila dei giorni nostri), abbandono e consumo di suolo hanno portato il terreno coltivato dal 40 % del dopoguerra ad un misero 8 % attuale.
Già nel 2014 ad Albenga, nel convegno organizzato da ASSOUTENTI “Conosci ciò che mangi” le testimonianze dei relatori qualificati avevano preannunciato quello che oggi subiamo come agricoltori e consumatori. Ad esempio si sono affrontate le tematiche relative all’Import Tollerances, cos’è ? Sono accordi internazionali che permettono che sulle derrate alimentari importate da paesi extra comunitari siano presenti contaminazioni di pesticidi vietati e proibiti da tempo nell’UE.

Qual è la sicurezza dei prodotti Italiani? Dalle verifiche effettuate con analisi su alimenti made in Italia, le irregolarità sono state una percentuale pari al 0,3 %, mentre la media nell’unione europea è del 1,5 %. Quindi possiamo affermare che l’Italia è la nazione più sicura per i propri prodotti.
Il grido di allarme si è levato, gli agricoltori europei ad unisono, per la prima volta nella storia, hanno fatto sentire le loro ragioni, che sono le nostre di consumatori consapevoli.
Garantire cibo naturale è un dovere della politica, un diritto per i consumatori e una passione per gli agricoltori.




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