Più personale di Polizia Penitenziaria, incremento delle figure educative di sostegno e maggiore ricorso a misure alternative alla detenzione. Sono le misure per migliorare la situazione carceraria sollecitate dall’assessora a Sicurezza e Inclusione del Comune di Modena Alessandra Camporota nella lettera inviata al Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, in cui esprime “forte preoccupazione” per l’attuale situazione.
“I recenti fatti di cronaca, che registrano una lunga serie di tragici decessi nelle carceri dell’Emilia Romagna, di cui tre presso la Casa circondariale di Modena, evidenziano ancora una volta l’insostenibilità delle condizioni di sovraffollamento e la carenza strutturale del sistema penitenziario italiano, compreso quello modenese”, sottolinea l’assessora. “Il sovraffollamento (al S.Anna sono ristrette 562 persone a fronte di una capienza di 372 posti), la carenza di personale nell’organico della Polizia Penitenziaria, nonché l’esiguità di presenze di educatori, figure fondamentali nella gestione dei detenuti, ci allarmano, anche in considerazione della delicatezza della struttura carceraria modenese, dove ebbero origine i drammatici eventi del 2020”.
L’assessora ricorda inoltre l’attenzione riservata dall’Amministrazione comunale, alla situazione della Casa Circondariale di Modena; i contatti avuti con il direttore, il comandante della Polizia Penitenziaria, la coordinatrice dell’Area Pedagogica, la direttrice Ulepe Modena, il presidente della Camera Penale di Modena Carl’ Alberto Perroux e con le associazioni del Clepa, in rappresentanza del mondo del volontariato e impresa sociale cche hanno attività all’interno o a favore della Casa circondariale. Nei mesi di novembre e dicembre, infine il Consiglio comunale ha dedicato al tema una seduta e due Commissioni consiliari: una in cui la Garante per i detenuti, Laura De Fazio, ha esposto un’approfondita relazione sulle condizioni della Casa circondariale e una seconda per fare il punto sulle attività del Clepa.
L’assessora Camporota non manca poi di sottolineare “l’apprezzabile impegno sia della polizia penitenziaria, i cui rappresentanti sindacali (Sappe) hanno più volte descritto la situazione critica in cui versa il Sant’Anna, sia dei funzionari dell’area pedagogica che svolgono il loro incarico con dedizione encomiabile”. E sottopone quindi all’attenzione del provveditore “l’urgenza che sia destinata alla Casa circondariale di Modena, per la complessità e la fragilità delle presenze che si sono strutturate nel tempo, anche rispetto a quanto invece previsto dalla normativa, di un’aliquota importante di personale della Polizia Penitenziaria nonché sia incrementato il numero delle figure di sostegno e sia favorito il ricorso a misure alternative alla detenzione”.
L’assessora, inoltre ha garantito che “l’Amministrazione comunale continuerà a tenere alta l’attenzione sul tema con iniziative concrete, finalizzate, ad esempio, ad incrementare la possibilità di sbocchi lavorativi per i detenuti che abbiano i requisiti previsti dalla legge, e a sostenere, anche attraverso il coordinamento del Clepa, tutte quelle iniziative progettuali di sostegno di attività laboratoriali, culturali, ricreative, di studio. Tutto questo ricercando e rafforzando il dialogo tra la struttura circondariale ed il territorio, tenendo desta l’attenzione sulla realtà carceraria”.
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