Alessandro Giuli: “Ministro ha margini di indipendenza, c’è spazio per la destra progressiva”

Alessandro Giuli: “Ministro ha margini di indipendenza, c’è spazio per la destra progressiva”




Alessandro Giuli: “Ministro ha margini di indipendenza, c’è spazio per la destra progressiva”

Il titolare del dicastero della Cultura: “Mi piace essere percepito come una persone di pensiero. Alzare il livello del linguaggio dopo la stagione dei ‘vaffa’ non è arretramento”

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli torna a parlare dopo la bufera che lo ha travolto, a partire dalle dimissioni del suo capo di gabinetto Francesco Spano, fresco di nomina. “Un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza, soprattutto nella misura in cui, io sono ministro anche per Saviano, per Scurati, si fa espressione di un governo il cui partito principale ha il 30%, in quel 30% deve esserci lo spazio per una destra progressiva, non reazionaria, e che non guarda al passato. È il punto di partenza e la linea invalicabile della nostra missione pubblica, e questo è chiaro anche al presidente del Consiglio che mi ha voluto qui”, ha detto il ministro a ‘La lingua batte’ su Rai Radio3. 

Giuli: “Si può tentare citazione di 27 secondi davanti a politici”

“Il grado di complessità è direttamente proporzionale all’interlocutore che hai. Se parli con parlamentari che hanno voluto essere sistemati nelle commissioni Cultura di Camera e Senato, si presuppone che in un’ora, 27 secondi di citazione di testi complessi possano andare bene, la scommessa si può tentare”, ha detto ancora Giuli. “Poi al di là della satira, se la risposta della politica è ‘non abbiamo capito niente’, se non hanno capito niente di quei 27 secondi la prossima volta eviterò, per il resto mi rifiuto di pensare che il mondo politico non sia in grado di cogliere messaggi elementari. La mia voleva anche essere una sollecitazione, per dire: esistono temi su cui dobbiamo attrezzarci anche con parole complesse, perché i temi sono complessi, e c’è un margine di sollecitazione sfidante nei confronti del mondo politico. All’Aquila qualche giorno fa ho utilizzato volutamente espressioni diverse, conosco l’alternanza dei registri, ma se siamo qui a parlare di questo tema, dell’eloquio di Giuli, che poi ha detto Renzi che lo adeguerà, è interessante, perché da anni nessuno si occupava di questo tema. Se non fosse accaduto, con tutte le imperfezioni del caso, noi oggi non saremmo qui a offrire al pubblico una cosa che non accadeva da anni, cioè cultura, comunicazione e politica che si guardano e provano a interagire”.

Giuli: “Alzare il livello del linguaggio dopo i ‘vaffa’ non è arretramento”

“Mi piace l’idea che il ministro della Cultura venga percepito come una persona di pensiero, che ha sempre dimostrato comunque di non essere assertivo. Ma mi piace l’idea di alzare il livello del linguaggio, dopo la stagione dei ‘vaffa’, che oggi si parli di apocalittismo, mi chiedo, è un arretramento? Poi il modello che ho io è Alberto Ronchei, continuo a pensare che la cosa che mi riesca meglio sia studiare, più che parlare. Oggi probabilmente c’è un livellamento verso il basso di cui siamo tutti complici, come accade sui social. Io alla fine dell’intervento alle Camere ho sottolineato la centralità del Parlamento: è importante che siano i politici a mettere a tema gli argomenti fondamentali, come l’intelligenza artificiale”, ha aggiunto Giuli. “Credo che il mondo accademico sia tenuto a tenere un linguaggio sofisticato, mentre la politica no, ma il punto è sempre trovare un equilibrio. La mia sul pensiero solare era una citazione molto comprensibile offerta a un uditorio di politici. Se cercassi di crearmi clientele politiche mi costringerei a usare un altro registro, ma non è questo che mi interessa”. 

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www.lapresse.it è stato pubblicato il 2024-10-27 12:28:35 da LaPresse


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