Alluvione in Romagna, voragine a Napoli, crollo di falesia in Puglia : ma cosa accade?

A Napoli la precipitazione è stata più sotto forma di scroscio. In tutte le rilevazioni che abbiamo nell’area metropolitana di Napoli vediamo che le precipitazioni a brevi distanze sono state intense o praticamente nulle. Per quanto riguarda l’Emilia – Romagna il discorso invece è differente”.


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Alluvione in Romagna, voragine a Napoli, crollo di falesia in Puglia : ma cosa accade?

Antonello Fiore (Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale): “Negli ultimi 25 anni abbiamo speso ben 17 miliardi di euro per interventi post – emergenziali dovuti ad eventi di dissesto idrogeologico come alluvioni e frane”.

Massimiliano Fazzini – climatologo – (Coordinatore del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale e docente universitario): “A Napoli la precipitazione è stata più sotto forma di scroscio. In tutte le rilevazioni che abbiamo nell’area metropolitana di Napoli vediamo che le precipitazioni a brevi distanze sono state intense o praticamente nulle. Per quanto riguarda l’Emilia – Romagna il discorso invece è differente”.

Arcangelo Francesco Violo- (Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi): “Dobbiamo pianificare e adattarci. Bisogna continuare ad avere dei piani pluriennali di interventi strutturali, con risorse certe e continue. Purtroppo però anche quando ci sono fondi certi vediamo una grande lentezza dei tempi di autorizzazione, ridondanza nelle procedure che portano ad approvare i progetti e soprattutto a realizzare i lavori. Poi sono necessari interventi non strutturali per adattarci  agli eventi estremi con la necessità di pianificare il territorio anche prevedendo la delocalizzazione”.

Gianluca Valensise (ricercatore – INGV): “Ad esempio ci sono parti di Faenza che sono molti metri al di sotto del fiume Lamone. Queste zone devono essere evacuate definitivamente e ci vuole consapevolezza da parte della popolazione che queste aree sono inabitabili”.

Nicola Casagli – docente universitario (Presidente dell’OGS di Trieste): “E organizzare ciò che già facciamo, che si fa nei centri di ricerca, nelle università, nel sistema di impresa industrale italiano. Abbiamo la tecnologia dei satelliti ma anche quella innovativa dei sensori a terra”.

E la Società Italiana di Geologia Ambientale ha conferito il Premio per la Salvaguardia dell’ambiente naturale e antropizzato 2024, al Generale Giuseppe Vadalà, Generale di Brigata, e a Emanuela Guidoboni, storica ricercatrice sismologa.

“Negli ultimi 25 anni abbiamo speso ben 17 miliardi di euro per interventi post – emergenziali dovuti ad eventi di dissesto idrogeologico come alluvioni e frane. Le immagini di questi giorni, dimostrano tutta la fragilità del tessuto infrastrutturale e del tessuto urbanizzato. I cambiamenti climatici sono in corso ma l’amplificazione dei loro effetti è dovita alla mancata pianificazione. I corsi d’acqua si riprendono gli spazi che gli abbiamo sottratto in questi anni”. Lo ha affermato il geologo Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – SIGEA.

“A Napoli la precipitazione è stata più sotto forma di scroscio. In tutte le rilevazioni che abbiamo nell’area metropolitana di Napoli vediamo che le precipitazioni a brevi distanze sono state intense o praticamente nulle. Per quanto riguarda l’Emilia – Romagna il discorso invece è differente – ha dichiarato Massimiliano Fazzini, clomatologo, Coordinatore del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale e docente universitario –  perchè 4 – 5- 6000 km quadrati sono stati interessati da piogge abbondanti, con una dinamica molto più complessa”.

E sull’Emilia – Romagna:

“Sono molti i geologi che pensano che bisogna lasciare spazi ai fiumi ed evacuare possibilmente, per sempre alcune zone che sono state edificate in maniera sconsiderata – ha affermato Gianluca Valensise, ricercatore INGV  – ci sono parti di Faenza che sono molti metri al di sotto del fiume Lamone. Queste zone devono essere evacuate definitivamente e ci vuole consapevolezza da parte della popolazione che queste aree sono inabitabili”.

Pianificazione!

“E’ evidente che questi fenomeni meterologici estremi si stanno verificando con più frequenza – ha affermato Arcangelo Francesco Violo, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – eventi che prima potevano essere considerati eccezionali stanno diventando ordinari. Dobbiamo pianificare e adattarci. Bisogna continuare ad avere dei piani pluriennali di interventi strutturali, con risorse certe e continue. Purtroppo però anche quando ci sono fondi certi vediamo una grande lentezza dei tempi di autorizzazione, ridondanza nelle procedure che portano ad approvare i progetti e soprattutto a realizzare i lavori. Poi sono necessari interventi non strutturali per adattarci  agli eventi estremi con la necessità di pianificare il territorio anche prevedendo la delocalizzazione. Pianificazione che preveda dei presidi territoriali che conoscano il territorio, sanno agire bene in emergenza salvando vite umane, ma questa conoscenza del territorio consente una programmazione efficace degli interventi”.

Organizzare tutto il sistema di ricerca!

“Organizzare ciò che già facciamo, che si fa nei centri di ricerca, nelle università, nel sistema di impresa industrale italiano – ha dichiarato Nicola Casagli, Presidente dell’OGS di Trieste, Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale –  ma in maniera totalmente scoordinata e disorganizzata. Dunque un grande Piano di Monitoraggio del Territorio che unisca tutte le forze utilizzando le incredibili potenzialità che i satelliti ci mettono a disposizione ma anche le nuove tecnologie come i sensori a terra che oggi non costano nulla. Potremmo disseminare il territorio di migliaia di sensori a terra per monitorare costantemente l’evoluzione del territorio”.

E la SIGEA ha conferito il Premio per la Salvaguardia dell’ambiente naturale e antropizzato 2024, al Generale Giuseppe Vadalà, Generale di Brigata, e a Emanuela Guidoboni storica ricercatrice sismologa.

Giuseppe Vadalà, Generale di Brigata Carabinieri Forestale, il merito di aver trasformato una criticità quale la procedura di infrazione comunitaria “Discariche abusive” in una best practice a livello europeo. Pregevoli i risultati ottenuti e le sinergie che la Struttura commissariale da lui amministrata ha saputo creare con i vari attori coinvolti: i Comuni, gli enti a vario titolo competenti, le Università, gli istituti di ricerca e la società civile. Significativa l’attività di promozione del dibattito culturale sulla transizione ecologica, che ha consolidato valori quali la legalità, la lotta alla criminalità organizzata, nonché la diffusione di uno stile di vita sostenibile e attento alla conservazione dell’ambiente.

 “In relazione al premio “Salvaguardia dell’Ambiente naturale e antropizzato, la gestione responsabile del territorio e delle sue risorse e la prevenzione e mitigazione dei pericoli naturali” a nome di tutto il personale della Struttura Commissariale porgo il mio più sentito ringraziamento. Orgoglioso del premio assegnato – ha dichiarato il Generale Giuseppe Vadalà, Commissario Unico per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati –  e ringrazio la SIGEA a nome di tutto il personale e di tutta la struttura che sta lavorando su tale problematiche. La Società Italiana di Geologia Ambientale è importante perchè lavora nel canmpo geologico e della sostenibilità ambientale”.

Emanuela Guidoboni, storica medievista, il merito di aver creato un solido ponte culturale e operativo nel campo dei fenomeni naturali avversi e dei disastri geologici, tra la ricerca in campo umanistico e quella in campo scientifico, coinvolgendo storici, archeologi, geologi, fisici e ingegneri. Rilevante la sua capacità di leggere e comprendere la storia degli uomini e delle civiltà, per ricavarne preziose informazioni sulla storia sismica, eruttiva e climatica dell’Italia e di altre aree del Mediterraneo. Oltre all’ampia produzione letteraria con articoli scientifici, opere monografiche e libri a carattere scientifico-divulgativo, ha concepito e raffinato progressivamente il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia, un corpus informativo unico al mondo. Il suo è un approccio interdisciplinare di grande spessore che ha contribuito in maniera determinante alla prevenzione dei rischi geologici.

 “Sono molto sorpresa e molto onorata per questo riconoscimento, di cui ringrazio sinceramente tutta la SIGEA-APS – ha dichiarato Elisabetta Guidoboni –  ho condiviso con la SIGEA gli stessi obiettivi e le strategie di informazione sui rischi ambientali perché la ricerca possa condurre a una consapevole prevenzione”.

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